Economia
Artigianato piemontese in difficoltà. E il 23% delle imprese non ha internet
Rispetto al secondo semestre del 2010 non sono migliorati i saldi aumento-diminuzione relativi al livello della domanda (da -17,5% a -22,4%) e al fatturato (-14,8% a -23%), con indicazioni particolarmente negative nelle costruzioni (fatturato da -16,7 a -27,7) e nei servizi globalmente intesi (da -16,1 a -26,3), e la percentuale d’imprese che hanno effettuato investimenti è rimasta molto contenuta (da 21,1% a 23,2%). Le previsioni sul secondo semestre hanno un saldo ottimisti-pessimisti in relazione all’andamento dell’economia regionale che scende da -7,0 a -14,2. Tuttavia tra le imprese con più di dieci addetti si osserva una positiva tendenza al recupero degli investimenti, oltre che indicatori di fatturato e occupazione più confortanti.
La disamina settoriale evidenzia un andamento migliore delle imprese del ramo metalmeccanico, il solo in cui le indicazioni congiunturali “migliorano” quelle del semestre precedente: il saldo della domanda (-1,0) e del fatturato (-0,3, dal precedente -7,8) sfiorano quota zero, quello sull’occupazione (+3,1) torna dopo anni su valori positivi (unico settore con i servizi alle imprese).
Nella disamina territoriale, per performance, disponibilità a investire e clima di fiducia si distingue in positivo l’artigianato della provincia di Cuneo. Sul versante opposto, la situazione appare particolarmente critica nelle province di Torino e Vercelli. Nella provincia del capoluogo, in particolare permane su livelli molto negativi il giudizio sull’economia regionale. La percentuale d’imprese dotate di Pc (80,8%), connessione Internet (77,1%), sito web (36,1%) è su valori analoghi all’anno precedente, sebbene permanga una quota di “analfabetismo digitale” – 20% di aziende prive di computer e 23% prive di Internet. Un dato che fa riflettere. Potrebbe essere proprio l’informatizzazione e l’apertura al mercato online una delle soluzioni per uscire da questo stato di impasse.