Economia
Fiat, Marchionne insiste: “Sopravviveremo anche senza l’Italia: venderemo altrove”
La Fiom “è sempre partita da una posizione antagonista, più preoccupata di proteggere il proprio potere che non gli interessi collettivi. Sono stato accusato di essere anti-italiano. Sono accuse semplicemente assurde”, ha detto Marchionne, sottolineando che un sindacato che rappresenta solo circa il 12% dei lavoratori, “vuole che sia confermato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, un contratto sindacale generico che risale al 1927 ed era stato redatto nell’epoca fascista”. Sulla sopravvivenza della Fiat l’ad non ha dubbi: “Se non c’è più l’Italia venderemo automobili in Asia e in America Latina, siamo una multinazionale e continueremo ad esserlo”. Nella serata di giovedì l’ad (o meglio: l’azienda stessa) ha però smentito di aver mai ventilato la possibilità che la Fiat lasci l’Italia. Ma la miccia era già stata innescata, e le polemiche non hanno tardato ad arrivare.
IN FRANCIA. Nel frattempo il gruppo Fiat perde quote di mercato anche in Francia, dopo gli ultimi risultati negativi nel resto del continente: a novembre il Lingotto ha immatricolato 5.200 auto nuove, registrando un calo del 24,1% rispetto allo stesso mese del 2010 ed una quota di mercato in calo dal 3,53% al 2,9%. Lo si apprende dalle tabelle dell’associazione francese dei costruttori di automobili.