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Crolla il “Neuro” di Racconigi. Transennate le vie nei pressi dell’ex manicomio
Il monumentale complesso ha accolto la storia di numerose persone, quasi dell’intera provincia cuneese e parte di quella torinese, testimone silente del passato italiano, nemmeno troppo lontano, e della storia psichiatrica locale.
Nel maestoso padiglione conosciuto come “Chiarugi”, opera dell’architetto e ingegnere piemontese Giuseppe Gallo, dove pare siano ancora conservate alcune apparecchiature per la cura delle malattie mentali, le crepe, ormai non si contano più e sta cedendo all’incuria e al tempo.
A causa delle spese ingenti, la conclusione dell’opera si ebbe solo nel 1829. Terminati i lavori, il fabbricato, di proprietà delle Reali Finanze, fu destinato a collegio per i figli dei militari, con tanto di inaugurazione di Carlo Alberto, principe di Carignano e futuro re di Sardegna.
Ora questa struttura potrebbe, non solo rappresentare un pericolo per la popolazione a causa della caduta di massi, ma finire nel dimenticatoio italiano ed eliminata, in mancanza di adeguati e rapidi interventi. E i primi interventi potrebbero arrivare a giorni.
L’Asn Cn1, infatti, ha presentato un progetto di realizzazione di opere di messa in sicurezza per il Chiarugi. Ora, resta da aspettare i tempi di approvazione di tale progetto, la disponibilità economica e la prossima “impacchettatura” della strauttura pericolante con tiranti di acciaio per bloccare la caduta di massi.
Nelle foto: alcuni immagini dell’ex manicomio di Racconigi e dettagli delle crepe