Piemonte
Tre giorni fondamentali per il futuro di Fiat in Italia
Riassume la situazione Paolo Griseri su Repubblica
Il via alla nuova Maserati arriva in contemporanea con una tre giorni decisiva per capire meglio il futuro degli insediamenti Fiat a Torino. Dovrebbe arrivare infatti da Marchionne la conferma che, nonostante rallentamenti e discussioni sui prezzi con i fornitori, ormai l’investimento di Mirafiori è stato fatto e dunque il futuro dei due stabilimenti torinesi dovrebbe essere assicurato. A queste realtà si aggrappa Torino in attesa di conoscere, domani, lo stato di salute della Fiat. Il consiglio di amministrazione dovrebbe confermare infatti le scelte già annunciate per l’area torinese. Difficilmente Marchionne potrà cambiare i tempi per la rinascita di Mirafiori che sono comunque lunghi: ancora un anno e mezzo di cassa prima che i due nuovi suv (con i marchi Jeep e Alfa) tornino a far funzionare le linee.
Una tre giorni importante per il futuro della principale azienda privata italiana. Si comincia oggi con l’annuncio sui risultati di Chrysler. Dati che dovrebbero essere positivi come lo sono stati nell’ultimo anno contribuendo molto a compensare le perdite sofferte dal gruppo in Europa, in particolare in Italia. Il mercato del Nordamerica sta ricoprendo in questo periodo il ruolo di salvaFiat che per molto tempo era toccato al Brasile.
Domani il cda di Fiat group esaminerà i conti del secondo trimestre e del primo semestre 2012. Poi, nel pomeriggio l’incontro di Marchionne con gli analisti. Mercoledì mattina cda di Fiat Industrial e nel tardo pomeriggio l’incontro dell’amministratore delegato con i vertici dei sindacati che hanno firmato gli accordi proposti dall’azienda. Sarà quello il momento in cui si avrà la conferma sugli investimenti torinesi.
La città dovrebbe tirare dunque un sospiro di sollievo almeno fino al fine ottobre quando il cda esaminerà i conti dei primi nove mesi. Da tempo Sergio Marchionne annuncia che sarà proprio il consiglio di amministrazione di fine ottobre quello in cui dovranno essere rivisti gli obiettivi e i programmi produttivi in conseguenza dell’andamento delle vendite in Europa. Sarà il momento in cui l’ad della Fiat dovrà probabilmente cominciare a prendere in considerazione l’ipotesi di tarare in basso la capacità produttiva installata in Italia con tutte le conseguenze sociali che una simile scelta potrebbe provocare. Finora, va detto, Marchionne ha solo annunciato l’esistenza del problema senza sbilanciarsi sulle soluzioni che sono allo studio. Ma tra tre mesi potrebbero essere annunciate decisioni difficili.