Cuneo
Fabrizio Biolé: non mi dimetto da consigliere regionale
Anche interpretando le pur parziali considerazioni ricevute in queste ore da molti cittadini piemontesi ritengo di non dovermi dimettere. Credo sia opportuno rimarcare che, dal momento in cui sono espulso dal Movimento 5 Stelle, sento il dovere di rispedire gentilmente al mittente proposte di una mia immediata surroga con surrettizio reintegro a supporto dello stesso Movimento che mi ha testé espulso. Mi prenderò però comunque qualche giorno di riflessione sentendo l’esigenza di ragionare sul mio futuro”.
Biolé ricostruisce la storia della nascita della sua candidatura in Regione: “Sono stato inserito in lista nonostante avessi già alle spalle due mandati elettorali comunali in un Comune di 500 abitanti, condizione che non avrebbe potuto permettere il mio inserimento. Ma non si trovavano candidati e per evitare che non si riuscisse a presentare il listino della seconda provincia più importante del Piemonte ovvero Cuneo, venne verbalmente chiesta una deroga allo staff di Beppe Grillo, nella persona di Gianroberto Casaleggio, come riportato anche dall’attuale capogruppo Davide Bono. E questo fatto venne segnalato nel modulo di candidatura allora depositato.Il resto è cronaca. Al di là di ogni più rosea aspettativa, il Movimento 5 Stelle riuscì a eleggere due consiglieri, tra cui il sottoscritto con più di 700 voti di preferenza”.
Il documento che autorizza la candidatura di Biolè