I fatti risalgono al 2010, e forse oggi, rispetto ad allora, c’è un po’ più d’attenzione nel pronunciarsi in maniera insultante verso altri soggetti tramite i social network, essendosi nel frattempo sviluppata una serie di casi che hanno fatto giurisprudenza. Ma, all’epoca, alcuni studenti del liceo artistico “Felice Casorati” di Novara non si fecero troppi problemi a creare un gruppo Facebook in cui scambiarsi considerazioni “pesanti” sugli insegnanti. Uno venne definito semplicemente – e a più riprese – “uno stronzo”, e due studentesse dovettero pagargli 1000 euro; altri presero di mira una professoressa, ora in pensione, dandole della “ninfomane” in vari modi, parlando della sua biancheria intima e associandole comportamenti sconci. La donna si fece aiutare dal figlio per avere accesso a quella pagina pubblica, di cui qualcuno le aveva parlato, e – sentendosi “offesa” – sporse denuncia alla Polizia Postale.
L’unico ragazzo individuato, Andrea T., ora 24enne, è andato oggi a processo: la diffamazione è equiparabile a quella effettuata a mezzo stampa, le condanne variano da 6 mesi a 3 anni. Il giudice ha deciso per un rinvio in modo che le parti possano verificare se proprio non si può chiudere per vie stragiudiziali, e l’ex insegnante ha proposto una soluzione: ritirerà la querela se l’imputato si presenterà in aula scusandosi pubblicamente. Inoltre pretende il pagamento della sanzione (minimo 516 euro), che devolverebbe “in beneficienza”. Si attende l’ultimo sviluppo.