Cultura
Rocky Horror Show al Gruvillage – fotogallery
Gli attori hanno alternato scene di canto – lasciate rigorosamente in lingua originale – a scene recitate, in italiano; i ballerini hanno fatto da sfondo quasi ad ogni scena con delle coreografie mozzafiato, sinuose e ammalianti. A questo scenario, già di per sé spettacolare e accattivante, si è aggiunta una band composta da cinque elementi (due chitarre, un basso, doppia tastiera e una batteria) che ha ulteriormente fatto da cornice a suon di musica rock e cori eseguiti interamente dal vivo a quello che fin dalle prima scene era chiaro che sarebbe stato uno spettacolo che avrebbe meritato la standing ovation.
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A rendere il tutto ancora più unico e, decisamente più divertente, è stata la scelta di affidare al pubblico una partecipazione attiva per gran parte dello spettacolo: ai presenti sono infatti stati forniti alcuni oggetti necessari allo spettacolo e per mezzo dei quali hanno avuto modo di intervenire direttamente nella recitazione, come ad esempio nella scena del viaggio in auto di Janet e Brad o con la battuta che ha accompagnato tutte e due le ore di spettacolo “Dottor Scott …. Whoooo”.
La recitazione, la mimica, la gestualità, le espressioni e le movenze di ogni singolo attore, ballerino, musicista o corista che è salito sul palco ha sicuramente meritato la standing ovation che il pubblico ha riservato in chiusura di spettacolo: Janet e Brad, uno strepitoso Frank-N-Furter (lo scienziato pazzo in versione transessuale che, ispirato al barone Frankenstein dà vita alla “sua” creatura: il biondissimo e muscolosissimo Rocky) l’inquietante Riff Riff, Magenta, Columbia e poi ancora i ballerini, il Dottor Scott, Eddie il motociclista, e poi lui, il Criminologist, il narratore e guida della storia che appare di tanto in tanto per accompagnarci nel viaggio del, e qui mi devo ripetere, più bel musical che abbia mai visto.
E allora non ci resta che ascoltare ancora nella nostra mente la voce narrante e farci nuovamente accompagnare in questo viaggio “horror” e … “it’s just a jump to the left and then a step to the right, put your hand on your hips … You bring your knees in tight … but it’s the pelvic thrust that really drives you insane” e sulle note di Time Warp “Let’s do the Time Warp again”.
Federica Manzin