Cronaca
6 novembre ad Alba uno spettacolo teatrale per ricordare l’alluvione del 1994
In un post sul suo blog, Roberto Cavallo ricorda il tragico alluvione del 1994:
Vent’anni fa, nel cinema di Torre Pellice, proiettavano “Il Postino”.
Era il 4 novembre.
Il sorriso di Massimo Troisi se ne era andato da qualche mese e la gente che usciva dal cinema aveva il volto rigato dalle lacrime.
Anche il cielo piangeva. Piangeva non solo a Torre Pellice, ma in tutto il nord Italia, soprattutto nel sud del Piemonte.
Pioveva così tanto che non riuscii a rientrare ad Alba.
Alle mie insistenti richieste di capire come mai non si potesse prendere il pullman, che settimanalmente mi riportava a casa dall’Università, una voce preoccupata dell’ufficio informazioni mi rispose che la stazione degli autobus di Alba era allagata e con lei tutti i pullman.
Il resto delle informazioni le ricevetti in diretta nelle ore successive appiccicato ad uno schermo di TV.
Arrivai ad Alba nel primo mattino del 6 e mentre io già spalavo fango del Cherasca e del Rio Misureto il Tanaro ancora trascinava via corpi in provincia di Asti ed Alessandria.
Da quel giorno ho raccolto testimonianze, ma soprattutto libri che raccontano di tante alluvioni succedutesi nel tempo e nello spazio.
Mentre leggevo e archiviavo meticolosamente quelle pagine mi chiedevo come fosse possibile che non avessero insegnato nulla.
Eppure le pagine di Puskin, Dostoevskij, Zola, Pavese, Fenoglio e tanti altri sono chiare, forti, a volte pugni nello stomaco, altri groppi alla gola, insomma non possono lasciare indifferenti.
Invece le alluvioni si ripetono con sempre più drammatica violenza per causa dell’uomo e della sua irresponsabilità, della sua refrattarietà a ricordare, a voler parlare della natura; per colpa di un uomo che è alla costante ricerca di un alibi: così le alluvioni sono colpa di Dio o dei fiumi impazziti o delle stagioni che non sono più quelle di una volta.
Non riusciamo ad ammettere che i danni provocati da una naturale divagazione di un corso d’acqua sono responsabilità di chi pianifica una città, di chi la costruisce e la lascia costruire, di chi non ha voglia di studiare, leggere e ricordare e non è in grado di raccontare ai propri figli e nipoti una memoria che è più facile cancellare.
Io quella storia la VOGLIO raccontare.
Vi aspetto il 6 novembre ad Alba