Cronaca
Vertice in prefettura a Torino: le misure per la sicurezza durante la Sindone
Non da ieri – Il sistema di sicurezza per l’Ostensione della Sindone è stato pianificato da tempo e viene costantemente aggiornato in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubbliche presso la Prefettura. Il Comitato organizzatore dell’Ostensione è in contatto permanente col sistema delle forze dell’ordine, in un clima di massima collaborazione.
In tutta Italia – Le misure assunte a Torino per l’ostensione non sono «eccezionali» ma allineate con il piano nazionale di sicurezza per quanto riguarda i grandi eventi. Merita ricordare che da tempo si entra nella basilica di San Pietro in Vaticano, come in molte altre sedi di avvenimenti religiosi e culturali, passando attraverso i «metal detector» e sottoponendosi ai relativi controlli.
Nell’area dell’Ostensione – Nell’area dell’ostensione saranno attivi i consueti servizi di vigilanza e sicurezza delle forze dell’ordine che, come nelle ostensioni precedenti, non hanno mai interferito con il normale svolgimento del pellegrinaggio. A tale servizio si affianca la rete di sorveglianza predisposta dal Comitato, e il sistema di accoglienza dei Volontari (giacchette viola, servizi sanitari, ecc.), che accompagna in modo capillare i visitatori lungo l’intero percorso. Il massimo impegno del dispositivo è rivolto affinché l’evento possa svolgersi nella più assoluta tranquillità e serenità per tutti.
Le indicazioni di sicurezza per l’ostensione sono in tutto analoghe alle normative in vigore per i «luoghi sensibili», in Italia e in Europa. Ci saranno all’ingresso i controlli con il sistema dei metal detector e il tunnel a raggi X per l’ispezione bagagli. Si consiglia di non portare zaini e bagagli troppo voluminosi. Non sono ammessi al percorso: armi da fuoco, coltelli o lame di genere non consentito, aste o bastoni, esclusi i presidi sanitari e ombrelli, bottiglie di vetro e lattine, sostanze infiammabili, esplodenti o corrosive, bombolette spray, qualsiasi strumento atto ad offendere (artt. 42 TULPS e 585 c.p.).
La «cultura dell’accoglienza» – Alla “cultura della paura” alimentata da motivazioni non sempre ragionate e argomentate, dobbiamo opporre la “cultura dell’accoglienza”. Celebrare l’Ostensione della Sindone con serenità significa anche dire no a chi, con la violenza e la paura, vuole imporre una visione «terroristica» del mondo e limitare i diritti e le libertà dei cittadini. La visita alla Sindone è un «pellegrinaggio di pace», e può diventare anche un modo per testimoniare questa volontà di rifiuto assoluto della violenza.