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Cronaca

Ricorso Tar elezioni regionali 2014: bocciati 3 ricorsi, ammesso con riserva quello contro la lista Pd di Torino. Chiamparino va avanti

Redazione Quotidiano Piemontese

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Tempi molto più rapidi del previsto per la decisione del Tar riguardo i ricorsi presentati da Patrizia Borgarello, ex consigliera provinciale della Lega Nord, contro la validità delle elezioni regionali 2014 (per firme false nell’autenticazione di alcune liste), che avevano portato Sergio Chiamparino alla presidenza della Regione Piemonte. Il collegio giudicante del Tribunale amministrativo regionale del Piemonte ha ritenuto inammissibile il ricorso per quello che riguarda la lista regionale “Chiamparino Presidente” (la lista collegata direttamente all’elezione del presidente), la lista provinciale di Cuneo “PD – Chiamparino Presidente”, la lista provinciale di Torino “Chiamparino per il Piemonte (Monviso)”.

E’ stato invece ammesso con riserva il ricorso per quello che riguarda la lista provinciale di Torino “PD – Chiamparino Presidente”, concedendo la possibilità di procedere con una querela per falso e verificare le firme. Questo ricorso verrà sottoposto a querela di falso e poi alla prova di resistenza. La prossima udienza su questo punto è stata fissata al 29 ottobre.

In attesa delle motivazioni ufficiali è stato comunicato che le tre liste per le quali il ricorso non è stato ammesso sarebbero state valide anche nel caso le firme contestate fossero false. Non così per la lista Pd a Torino. In quel caso se le firme contestate fossero effettivamente false non avrebbe raggiunto il numero sufficiente per essere presentata. A rischiare il seggio in consiglio sono: il presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus, il capogruppo del Pd Davide Gariglio, Andrea Appiano, Nino Boeti, Gianna Pentenero assessore al lavoro, Elvio Rostagno, Raffaele Gallo e Daniele Valle.

In conferenza stampa Sergio Chiamparino ha detto che a seguito della sentenza non ci sono motivi per pensare a dimissioni. La Giunta va avanti.

Questa la trascrizione dell’intervento del Presidente Chiamparino

Premesso che bisognerà leggere attentamente le motivazioni della sentenza, la decisione del Tar conferma la piena legittimità formale e politica del mandato che ho ricevuto dagli elettori. La mia elezione non viene messa in dubbio, come non vi sono dubbi sul fatto che questa amministrazione possa continuare a svolgere la sua attività. Prendere ogni altra decisione sarebbe un tradimento nei confronti dei piemontesi.

Anche se a fine ottobre dovesse venire annullata la lista provincia del Pd di Torino, la maggioranza in Consiglio regionale sarebbe comunque solida, anche se perderemmo persone indubbiamente utili per la nostra squadra.

Possiamo così continuare il lavoro che abbiamo avviato in questi dodici mesi per mettere al riparo i conti della Regione, in quanto la gestione degli anni precedenti non è stata all’altezza della situazione, e proseguire nello sforzo di mettere sulla rotta giusta una barca che, quando ci siamo saliti, stava andando pericolosamente alla deriva attuando una solida politica finanziaria capace di guardare al futuro del Piemonte

Questa la sentenza integrale

Non mancano i commenti da parte delle opposizioni.

Il gruppo in Regione del Movimento 5 stelle

Chiamparino aveva preteso “piena chiarezza” in vista della sentenza del TAR, e “piena chiarezza” non è arrivata. Dunque ne tragga le conclusioni e si dimetta subito. Da una parte i giudici amministrativi hanno accolto i rilevi sulla correttezza della lista torinese del PD, fissando una nuova udienza per il 29 ottobre. Dall’altra nonostante siano stati respinti i ricorsi su listino, lista PD a Cuneo e lista Monviso resta sempre in piedi il possibile ricorso al Consiglio di Stato, che sovente ha ribaltato le decisioni del TAR Piemonte. Senza contare che resta in piedi l’inchiesta penale che vede ogni giorno aumentare il numero degli indagati tra le fila democratiche, ad oggi dovremmo essere ben a tredici.
Se Chiamparino non terrà fede alle dichiarazioni ribadite più volte pubblicamente valuteremo l’eventualità con i nostri legali di intervenire nel secondo grado di giudizio amministrativo.

Gilberto Pichetto (FI)

Se veramente c’erano le firme false, non ci resta che constatare che in questo Paese non conta che cosa si fa, ma chi lo fa. Da una prima valutazione, la sentenza che comunque assolve Chiamparino risulta una sentenza ad personam. Detto tutto questo mi pare però che il procedere con la querela di falso sulla lista del Pd dimostri che qualcosa di non chiaro c’era e c’è su tutta la questione.

Anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno telefonato al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino per esprimere soddisfazione per l’esito della vicenda giudiziaria davanti al Tar del Piemonte.

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