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L’ostensione della Sindone in Duomo di Torino: nessuno l’ha mai vista così da vicino

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L’arcivescovo di Torino e custode pontificio del Telo Cesare Nosiglia sottolinea l’importanza storica dell’evento

E’ la prima volta nella storia che l’ostensione della Sindone permetterà ai pellegrini – 2500 giovani –  di osservarla a pochissimi centimetri di distanza, custodita com’è dietro ai vetri della cappella sottostante la Tribuna Reale del Duomo di Torino.

Per i 2500 pellegrini attesi la sera del 10 agosto questa sarà un’occasione davvero speciale.

“E’ possibile vedere il volto del Signore, la ferita del costato, le mani e i piedi – ha speigato Monsignor Nosiglia – Non era mai stata fatta una cosa del genere”.

Si augura inoltre che questa nuova modalità d’ostensione sarà attuabile anche in futuro, nonostante le difficoltà che la gestione dell’alto flusso di pellegrini potrebbe comportare. Pensa quindi a una venerazione speciale dello stesso genere da riservare a determinate categorie di persone, come poveri e disabili.

L’arcivescovo ha anche fatto riferimento alle recenti ricerche scientifiche sulla Sindone, affermando che la Chiesa non è contraria se gli studi vengono condotti con onestà e e senza pregiudizi.

Ha concluso poi dichiarando: “Quello che ci interessa è che la Sindone è l’immagine del Vangelo. Vederla significa immergersi nella sofferenza e nell’amore profondo che Cristo ha avuto per noi. Un mistero così profondo e sconvolgente ma anche carico di speranza”.

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