Cronaca

Mottarone, la Cassazione: Perocchio e Nerini consapevoli dei problemi degli impianti

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C’è una “mole di convergenti emergenze istruttorie che attestano, per un verso che Enrico Perocchio, pienamente consapevole al pari di Luigi Nerini, del problema manifestatosi e della necessità che, in assenza di un radicale intervento di manutenzione, l’impianto funzionasse con il freno di emergenza disinserito, ha espressamente avallato questo incauto modus operandi e per l’altro che i tragici fatti del 23 maggio 2021 hanno interessato una realtà aziendale che aveva già fatto i conti, in passato, con il conflitto tra le esigenze della sicurezza e quelle di natura economica”.

Lo scrive la Cassazione nel verdetto cautelare 39091 sull’incidente del Mottarone dando il via libera alle imputazioni per il reato aggravato di “rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e per omicidio colposo plurimo”.

La Suprema Corte mostra di condividere l’impianto complessivo dell’inchiesta della Procura di Verbania sulle cause del crollo della cabina 3 della funivia nonché sui capi di imputazione a carico di Perocchio e Nerini per “rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e per omicidio colposo plurimo”.

Al  contempo però la Cassazione ha ordinato l’acquisizione di una memoria difensiva di Nerini rifiutata dal riesame che all’udienza del 28 settembre 2021 ha compresso troppo i diritti di difesa e ora dovrà tornare sui suoi passi e fissare un’altra udienza per il proprietario della concessione della funivia, mentre per l’ingegnere Perocchio, direttore dell’impianto che saliva da Stresa al Mottarone, il riesame dovrà valutare se come misura cautelare sia sufficiente l’interdizione temporanea dalla professione al posto dei domiciliari.

 

 

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