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Cultura

Tagli alla cultura: una proposta di legge del Pd per evitare il crollo del sistema

Davide Mazzocco

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La cultura regionale rischia di affogare a causa dei pesanti tagli imposti dai preventivi di spesa per il 2011 e a lanciare il salvagente ci pensa il Pd con una proposta di legge depositata di recente che ha come prima firmataria Gianna Pentenero: «La nostra proposta vuole capovolgere la situazione esistente – spiega il consigliere regionale – Diciamo basta ad un sistema ingessato in cui il controllo burocratico e formale non produce sviluppo, bensì difficoltà di gestione agli operatori in un contesto di poca visione strategica della programmazione. Il modello che noi proponiamo parte dai territori, dalla responsabilità delle istituzioni locali a livello di progettazione e coordinamento e riconosce alla Regione la funzione di programmare lo sviluppo triennale delle politiche culturali». Le Norme in materia di promozione delle attività di spettacolo per lo sviluppo del sistema culturale, sociale ed economico regionale – frutto di un lavoro di concertazione con gli operatori dei settori musica, spettacolo e teatro – muterebbero la natura dell’intervento della Regione: da un compito gestionale si passerebbe a una funzione pianificatrice delegando a Province e Comuni la fase progettuale e coordinatrice. La Regione, ovviamente, continuerebbe a gestire gli eventi su scala regionale.

«Nessuno vuole negare – continua Pentenero – la scarsità delle risorse con le quali dobbiamo fare i conti ma, anche per questa ragione, vogliamo arrivare ad una legislazione al passo con i tempi, in cui siano previsti a regime i meccanismi di anticipazione nella gestione dell’erogazione dei contributi, in cui, a partire da un modello di programmazione partecipata le realtà culturali diventino sempre più partner delle istituzioni nella realizzazione di progetti e programmi in grado di qualificare la nostra regione a livello culturale e artistico». In sostanza, una progettazione partecipata razionalizza le risorse e permette di lavorare in prospettiva: «Per far fronte alla criticità di questo preciso momento storico non possiamo solo difendere le nostre eccellenze: occorre anche introdurre elementi di novità».

Secondo il consigliere del Pd il modello legislativo ha ormai fatto il suo tempo: «Un modello di governance che vede ancora la Regione come ente gestore e non di programmazione e di sostegno alle istanze del territorio, l’assenza di pianificazione insita nell’attuale modello rendono il sistema spettacolo piemontese, colpito dai tagli a livello nazionale e regionale e dai ritardi dei pagamenti, quanto mai fragile». La riduzione delle risorse al 40% rispetto al 2009 rischia di essere letale per molti di quegli attori che hanno contribuito a cambiare l’immagine di Torino negli ultimi due decenni: «Con questa legge vogliamo anche ribadire come la cultura sia centrale nelle politiche di governo e di sviluppo del Piemonte e non una cenerentola schiacciata dalla logica dei tagli e delle funzioni fondamentali del federalismo fiscale che sembrano non lasciare spazio e competenze a Province e Comuni».

 

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