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Quanti allergici nell’astigiano! 6283 visite negli ultimi tre anni. Gli uomini più colpiti delle donne

Redazione Quotidiano Piemontese

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Orticaria, asma bronchiale, rinite, pollinosi, eczema sono tra le forme allergiche più diffuse che colpiscono gli astigiani. Negli ultimi tre anni circa, tra gennaio 2008 a dicembre 2010, si sono registrati 6.283 accessi ai reparti di medicina B e pediatria dell’ospedale astigiano “Cardinal Massaia”, con una media di poco superiore ai 2.000 l’anno. In questi giorni, complice la primavera, gli specialisti ospedalieri si preparano a far fronte ai bisogni di assistenza dei pazienti che soffrono di allergie stagionali provocate dai pollini, in particolare quelli derivanti dal fiorire delle graminacee (loglietto, avena, grano, mais, ecc.) e delle urticacee (la parietaria quella più comune e diffusa).

Tra i pazienti i soggetti più colpiti risultano essere gli uomni (3.574) rispetto alle donne (2.709). La fascia d’età principalmente interessata è quella compresa tra 0 e 49 anni (circa 4.500 accessi); tra i 50 e i 69 anni, invece si contano poco più di 1.200 utenti, 386 tra i 70 e i 79 anni, mentre gli over 80 sono 144.

Nel 2010 le principali allergie diagnosticate nell’astigiano sono state la rinite (36%), l’orticaria (12%) e l’asma bronchiale (11%), mentre un numero considerevole di casi ha presentato un quadro allergologico complesso, che non ha consentito una diagnosi immediata al primo accesso, ma richiesto un iter diagnostico di approfondimento.

“I sintomi più comuni – spiegano Mauro Favro e Paola Gianino, medici dirigenti dei due reparti interessati – sono prurito, tosse, congestione nasale, eruzioni cutanee e arrossamenti. La diagnosi passa attraverso indagini su cute come Prick test e i Patch test, oppure prove di tolleranza, che consistono in somministrazioni graduali di determinate sostanze e verifica delle soglie di reazione nei pazienti. Una volta identificate le allergie si possono mettere in campo trattamenti desensibilizzanti, che riducono le reazioni dell’individuo, terapie farmacologiche, per mitigare gli effetti delle reazioni stesse, e misure preventive, per evitare il contatto con l’allergene responsabile”.

“Le malattie allergiche – evidenzia Favro – negli ultimi decenni sono risultate in costante aumento nel mondo occidentale, arrivando ad interessare, complessivamente, il 20–30% della popolazione generale. Le allergie respiratorie, ad esempio, da un’incidenza del 7–8%, negli anni ’70, sono passate al 15-20% di oggi, dato che trova pieno riscontro anche nella realtà astigiana. Come motivazioni di questo incremento sono stati chiamati in causa vari fattori: tra questi l’inquinamento ambientale, la produzione e l’immissione nell’aria di sempre nuove sostanze, ma anche le favorevoli condizioni igieniche raggiunte nel mondo occidentale. Viviamo, infatti, in ambienti sempre più asettici nei quali si è ridotto il contatto con microrganismi. Contatto che, se da un lato è in grado di provocare infezioni, dall’altro svolgerebbe un effetto protettivo nei confronti dello sviluppo di malattie allergiche. Questo spiegherebbe l’assenza di incremento di allergie in paesi dalle condizioni igieniche molto diverse dalle nostre, come l’Africa”.

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