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Cultura

Si celebra David Bowie, il Circolo dei Lettori è rock

Davide Mazzocco

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Il rock di qualità è di scena al Circolo dei Lettori con uno dei suoi personaggi imprescindibili. Sono lontani i tempi in cui la Cultura con la maiuscola guardava con diniego alla musica pop e così  David Bowie viene celebrato nella terza puntata di I-Cons Letteratura e icone rock, il progetto a cura di Massimo Giovara che riscopre capolavori della letteratura mondiale seguendo il filo rosso del rock. Martedì 5 aprile alle ore 21, nella sala grande del Circolo dei Lettori, Massimo Giovara e Guendalina Tondo, accompagnati dai musicisti Riccardo Giovinetto e Federico Montesano, danno vita a un reading multimediale nel quale le canzoni di Bowie si mescolano a letture da George Orwell e Francis Scott Fitzgerald.

Figlio di una cassiera di cinema e di un reduce della Seconda guerra mondiale David Robert Jones nasce l’8 gennaio 1947 a Brixton e viene introdotto alla musica dal fratellastro Terry Burns. Il suo apprendistato nel mondo dell’arte non è soltanto musicale ma, piuttosto, una contaminazione in cui stanno l’amicizia con l’attore Linsday Kemp, l’interesse per il buddismo, per Andy Warhol e per tutto ciò che è pop. I primi due album passano piuttosto inosservati, poi David (ora) Bowie vira verso il glam rock diventandone il massimo esponente, il punto di riferimento. La sua musica mescola nichilismo e psicoanalisi; con antenne sempre accese sulla contemporaneità intercetta meglio di altri le mode del momento, come l’interesse per lo spazio e per forme di vita extraterrestri. Ecco che Bowie diventa Ziggy Stardust e l’alter ego inizia a prevaricare la sua stessa musica. Che non si fraintenda: Bowie crea capolavori assoluti ma, specialmente nella prima fase della carriera, è la teatralità del suo modo di proporsi al pubblico a farne una star planetaria. Seppellito Ziggy, Bowie si lascia permeare dalle mode musicali del momento senza mai venire meno alla sua immagine di dandy colto e trasgressivo: Pin Ups è un album di cover rock, Young Americans è soul, funk e disco, Station to Station è puro technopop,  poi ci sono i tre album della fase berlinese in cui Bowie incontra Brian Eno raggiungendo il proprio apice creativo (la sua canzone migliore, Heroes, è del ’77) e creando sonorità inedite che dettano le coordinate della nascente new wave.

Gli anni Ottanta si aprono con la collaborazione con i Queen e con l’album Scary Monster che è fra le pietre miliari del new romantic. Il resto è dance colta (Let’s dance), elettronica (1. Outside) e addirittura jungle e drum’n’bass (Earthling). Ma questo è il David Bowie meno interessante. Quello che andrà in scena martedì sera è l’uomo delle stelle, quello degli anni Settanta, quello capace di dettare alcune imprescindibili leggi del rock che si suona ancora (e con successo) ai giorni nostri.

L’ingresso costa 5 euro (per informazioni e biglietteria 011 4326827). Per informazioni: www.circololettori.it

 

 

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