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Operazione Seven. La guardia di finanza di Alba scongiura una truffa di 4milioni alla Regione

Redazione Quotidiano Piemontese

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Operazione Seven. E’ il nome del maxi controllo della guardia di finanza di Alba per scongiurare una frode a danno del bilancio della Regione Piemonte. Frode che avrebbe potuto costare alla Regione oltre 4 milioni di euro in finanziamenti a tasso agevolato e a fondo perduto. Risultato di “Seven”: 15 persone indagate per concorso in truffa aggravata.

Tra queste: nomadi, piccoli pregiudicati, un ragioniere commercialista di Carmagnola e una consulente aziendale astigiana. L’attività investigativa è nata a fine 2009, quando i finanzieri albesi hanno scoperto che il legale rappresentante ed amministratore unico di una cooperativa braidese non era in grado di ricoprire tale ruolo. Da qui sono partiti ulteriori controlli. L’anomala investitura, infatti, è risultata pianificata a priori per far ricadere sulla persona prescelta, un  prestanome, eventuali responsabilità penali e amministrative, derivanti da un’irregolare gestione della cooperativa. Inoltre, tra i soci dell’impresa risultava anche un pregiudicato della zona con precedenti per truffa e circonvenzione di incapaci. Risalendo a monte dei fatti, i militari hanno scoperto altro.

Uno studio notarile di Carmagnola aveva formalmente dato vita, negli stessi giorni, a sei ulteriori cooperative, accomunate da precise caratteristiche, ovvero, oltre alla quasi simultanea costituzione nel luglio 2007, la presentazione di documenti simili per tutte le società, sui quali erano stati indicati come referenti, per ogni pratica, i nominativi di I.G., nomade di Carmagnola e di R.G., consulente aziendale di Asti; l’affidamento dell’amministrazione delle imprese a persone collegate a I.G. da vincoli di amicizia o parentela; la medesima sede, per cinque cooperative, nell’appartamento, vuoto, di Carmagnola dove, in precedenza, aveva abitato una donna di nazionalità romena, legata a I.G.; infine, i nominativi, ricorrenti, di soci e responsabili, molti dei quali non erano al corrente dell’attività della cooperativa di cui facevano parte.

Tutte le sette cooperative avevano chiesto l’erogazione di fondi alla Regione Piemonte, la quale, al fine di favorire il settore della cooperazione, con legge regionale n. 23 del 2004, ha previsto la possibilità di concedere contributi a fondo perduto, per l’avviamento di società cooperative e finanziamenti a tasso agevolato, per il loro sviluppo. Tramite la consulente astigiana, gli indagati avevano presentato 11 richieste per usufruire di tali agevolazioni economiche per un importo complessivo di poco più di 4 milioni di euro. Inoltre, i relativi fascicoli erano già in un’avanzata fase di valutazione da parte della Regione. All’apparenza ineccepibili, i documenti in realtà sono poi risultati, in gran parte, falsi, come i bilanci aziendali rinvenuti nello studio commercialista di Carmagnola. La Regione ha bloccato l’erogazione dei fondi, in parte già deliberati, per quasi 900mila euro e ha respinto le domande.

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