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Piemonte

Ecco i fatti (macchè persecuzione…) che hanno isolato l’Italia in Europa sugli immigrati

Franco Borgogno

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E’ difficile credere che tutti, ma proprio tutti-tutti ce l’abbiano con noi. Lo impariamo fin da piccoli. Questione di logica. Addirittura si parla di ‘manie di persecuzione’ quando questo fatto diventa patologico. E allora proviamo a chiederci perché tutti gli Stati dell’Unione europea ci abbiamo preso a schiaffi, a partire dai Governi ‘amici’, politicamente affini (di centrodestra) di Francia e Germania. Ci proviamo tentando di leggere i fatti in maniera ‘laica’, ovvero guardando soltanto ai fatti concreti e alle regole.

LA SOLIDARIETA’. Il Governo italiano, vista la posizione della Lega assolutamente contraria all’arrivo di immigrati (inizialmente anche dei profughi), pur con l’evidenza di avvenimenti epocali (lo sottolineano quotidianamente da mesi gli stessi ministri) si è attivato molto tardi sul piano poltico e ha teso a privilegiare il rimpatrio collettivo, senza rendersi conto che non sarebbe stato né legale (vietato dalla Convenzione europea per i diritti umani e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue), né possibile senza il consenso delle nuove autorità tunisine.

Il risultato è stato che nessuno, in questi mesi, ha cercato di costruire in seno al Consiglio dei Ministri Giustizia e Affari Interni un consenso necessario a una qualsiasi forma di solidarietà. E nessuno aveva avviato trattative con l’autorità tunisina (Paese in cui la ‘rivoluzione’ si è conclusa per prima). E solo d’improvviso si è iniziato a chiedere solidarietà, come un atto dovuto (ma la solidarietà, per definizione, non è obbligatoria).

I PERMESSI TEMPORANEI. La direttiva 55/2001, di cui si è tardivamente chiesta l’applicazione, prevede la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati, cioè persone in fuga da guerre o da situazioni di violenza generalizzata. E’ stata varata in occasione della guerra del Kosovo, quindi per afflusso massiccio si intende un flusso di centinaia di migliaia di persone, non certo di 20.000. Possiamo accanirci e infuriarci, ma (e sono circolate cifre chiare in questi giorni: il piccolissimo Belgio, da solo, accoglie decine di migliaia di profughi più di noi, ad esempio…) è un dato assodato.

E a poco serve dire: “Ma in questo momento c’è la crisi, 20mila persone pesano di più”. Perchè è un altro assist per gli altri Paesi: “Appunto, noi ne abbiamo già moltissimi in più e come dite c’è la crisi…”.

Inoltre pochi dei migranti arrivati in Italia possono essere considerati sfollati, ma su questo punto si sarebbe potuto costruire un consenso politico, lavorando diplomaticamente nei mesi scorsi.

La direttiva, infatti, prevede un meccanismo volontario di solidarietà, che permette agli Stati membri di dare una disponibilità numerica all’accoglienza. La protezione temporanea europea ai sensi della direttiva viene attivata da una proposta della Commissione europea, che deve essere votata a maggioranza qualificata in Consiglio. In questo caso nessuno Stato membro, tranne Italia e Malta, era favorevole a votarla. Tutti cattivi? Provate a riflettere: quando vostro figlio dice che ce l’hanno tutti con lui, ci credete?

‘PERMESSI, COSI’ SE NE VANNO’. La decisione di attivare la protezione temporanea nazionale ha creato ostilità non per il fatto in sé, del tutto legittimo, ma per l’intenzione dichiarata apertamente da diversi ministri ed esponenti politici di maggioranza di facilitare il passaggio delle frontiere Schengen (necessaria alla Lega per digerire e far digerire ai propri elettori la protezione temporanea, che ha osteggiato sin dall’inizio) e farli uscire dall’Italia. Ragionamento legittimo, ma è difficile dichiararlo e poi chiedere la solidarietà degli altri.

Senza questo contorno di ‘spiegazioni’, di messaggi palesi con il solo fine ‘elettorale’, probabilmente la decisione dell’Italia sarebbe passata senza problemi. Invece la narrazione del governo ha indotto Francia e Germania a ribadire, giustamente dal punto di vista giuridico, che la protezione temporanea concessa da uno Stato non dà luogo a nessun automatismo quanto al diritto di varcare le frontiere Schengen.

COSA DICE SCHENGEN. Il codice frontiere Schengen infatti prevede che gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno possano attraversare la frontiere Schengen se: in possesso di un documento valido, dei mezzi di sussistenza sufficienti per tre mesi e se non costituiscono una minaccia per l’ordine pubblico.

Controllare questi requisiti è formalmente legittimo da parte di Francia e Germania. Esattamente come è legittimo dire: ‘Gli diamo i permessi, così se ne vanno’. Ha lo stesso valore ed ha la stessa base giuridica.

L’Italia è rimasta vittima della sua stessa politica di chiusura, che per anni ha sponsorizzato in seno al Consiglio. Ora gli altri governi di centrodestra l’hanno applicata a spese nostre. Se avessimo gestito diplomaticamente la questione, cercando l’aiuto della Commissione per chiedere accoglienza ad altri Stati membri da subito, probabilmente l’avremmo ottenuta, come l’ottenne il Governo italiano nel caso del Kosovo… E quindi: perchè allora sì e oggi no? Perchè davvero pensiamo che siano tutti cattivi e ce l’abbiano con noi? Qualcuno dice: perchè l’Europa è morta. Non è, al contrario e se volete per assurdo, che sia perchè l’Europa è viva e tiene conto di quello che diciamo e facciamo? Concretamente e politicamente.

‘DISTRIBUZIONE’ PROFUGHI. Intanto, il Ministro dell’Interno (leghista) comunica che il Piemonte è ritenuto in grado di ospitare ‘fino a’ 3800 profughi, il presidente della Regione (leghista) dice che a lui risulta ne arrivino 150. Vedremo. Fino a questo momento, però, non ci sono risposte alle numerose richieste di procedere a un coordinamento con gli enti locali piemontesi per coordinare l’azione e l’ospitalità. E la Caritas ribadisce quanto dice (inascoltata fino a ieri) da un paio di mesi: a Torino ci sono 200 posti.

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