Ambiente
Un fiume di bici invade le strade di Torino. Duemila ciclisti al Bike Pride in versione estiva. La fotogallery
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Si parte. Il serpentone di ciclisti esce dal Valentino e imbocca corso Vittorio Emanuele II, poi corso Re Umberto, quindi corso Einaudi. Una pedalata per tutte le età, per tutti i gradi di preparazione e, soprattutto, per qualsiasi genere di veicolo mosso da pedali. E poi rumore: fischi, trombette, allarmi, campanelli, soprattutto campanelli. Si imbocca corso Duca degli Abruzzi, quindi via Cernaia. Alcuni passanti strabuzzano gli occhi? “Ma che succede?” si chiedono. Una massa critica? Di più, il Bike Pride che dilaga nel cuore di Torino e, una volta giunto in Piazza Castello, sfiora il Campionato mondiale di Tiro con l’arco. Quando? Proprio nel momento di una finale iridata. E mentre si sta per assegnare l’oro e i campioni sono tesi come le corde dei loro archi…. Driiiiiiin, driiiiiin, ecco lo scampanellare del Bike Pride. In via Po una madama con marito gonfia le guance come due zampogne e dice “che barba!” al passaggio della fiumana pedalante che differirà di cinque minuti l’attraversamento della strada. Il marito cerca di farla ragionare, pare Raimondo con Sandra. Poi giù, in via Po, un’arteria dove nemmeno si pedala tanto la strada è in discesa. In piazza Vittorio Veneto c’è pure la musica della Bandakadabra, brass band fra klezmer e armonie balcaniche. E il resto lo lasciamo raccontare alle foto.