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Cronaca

Val di Susa, un muro per proteggere il cantiere. I No Tav: “E’ il simbolo della loro sconfitta”

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Secondo i militanti No Tav si tratta di un'”innegabile sconfitta per i fautori dell’Alta Velocità”, per Ltf serve a “rinforzare la protezione dell’area di lavoro e tutelare la sicurezza degli operai”. Fatto sta che quello che è stato ribattezzato il “muro di Chiomonte” sostituirà la recinzione metallica del cantiere Tav in Val di Susa proprio nella zona dove nei giorni scorsi sono avvenuti gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Domani una fiaccolata a Giaglione dei comitati sarà l’occasione per ribadire il no al progetto e contestare – oltre alla novità in cemento – anche i dati snocciolati dalle istituzioni per dimostrare come l’opera porti sostanziosi benefici economici per la Valle e i suoi abitanti (“Prendono in giro la gente”, ha detto il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano).

Mercoledì gli operai hanno iniziato a costruire i primi cinquanta pezzi, grosse putrelle a forma di H che dovranno sostenere pannelli in prefabbricato alti circa tre metri. Un deciso passo in avanti in vista dell’avvio vero e proprio dei lavori, per un’opera fortemente voluta (almeno istituzionalmente) anche Oltralpe. In tal senso vanno lette le parole di Thierry Mariani, sottosegretario ai Trasporti del governo Sarkozy, che ha annunciato mercoledì di fronte all’Assemblée nationale (la camera più importante del parlamento francese) che l’accordo tra Italia e Francia per il finanziamento della prima fase della Tav “dovrebbe essere finalizzato” martedì prossimo a Roma ed essere illustrato al parlamento “all’inizio del 2012”.

 

 

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