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Economia

Il vescovo Nosiglia scrive una lettera aperta: Il futuro di Torino nelle nostre mani

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia ha indirizzato a un anno dal suo arrivo a Torino una lettera aperta alla città dal titolo “Il futuro di Torino nelle nostre mani” in cui prende in esame alcuni dei temi più urgenti per la collettività torinese come il lavoro, i giovani, gli immigrati. Molti hanno notato l’idea del vescovo, che si firma Vescovo, padre e amico,  di aprire gli oratori nei centri commerciali. ”Se i giovani non vengono negli oratori – ha detto Nosiglia – allora dobbiamo andare noi da loro. E dove vanno oggi i giovani? Nei centri commerciali e nei luoghi di divertimento. Certo si tratterebbe di realizzare forme nuove di oratorio, con animatori”. Nosiglia però ha toccato molti argomenti importanti come  il lavoro, i giovani, gli immigrati. Per il lavoro: ”servono riforme per superare il precariato. Orientamento, agevolazioni per il lavoro autonomo. Invito i giovani a entrare nel mercato del lavoro, anche se saltuario”. Poi il problema delle famiglie: “Indebolite dal consumismo e dal poco dialogo tra le generazioni”.

Nosiglia ha ricordato anche la Fiat, ricordando “lo speciale rapporto che il gruppo ha sempre avuto con Torino”, indicando la solidarietà come “via obbligata se si vuole rinascere insieme. Lo sviluppo  non è solo una questione economica. Anzi, l’economia stessa non può porsi al di sopra delle regole che tutelano quel bene che è la persona e quei beni comuni che stanno alla base di una società sana. Valori da non disperdere, anche a fronte del nuovo e articolato assetto internazionale che l’azienda ha assunto nel mondo”.

Il testo integrale della lettera Il futuro di Torino nelle nostre mani

Lettera alla citta il futuro di torino nelle nostre mani

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