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Da Twitter alle piazze: la liberalizzazione dei taxi agita l’Italia. A Torino rientra lo sciopero

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Mentre il fronte antilobby si schiera compatto dietro un hashtag, #menotaxipertutti, mentre da Milano a Napoli, passando per Roma, sono in corso assembelle spontanee dei taxisti che protestano contro il maxiprovvedimento del governo Monti, a Torino l’agitazione è rientrata subito, in mattinata, dopo lo stop di giovedì pomeriggio: “Dovremmo iniziare a riprendere il lavoro”, ha spiegato Pier Giovanni Bestente, presidente della cooperativa Radio Taxi 5730, pur precisando che lunedì, nella Capitale per la manifestazione nazionale del settore, ci saranno anche i taxisti piemontesi a far sentire la loro voce: “Quello che chiediamo è di essere ascoltati dal governo prima che venga varato il decreto”.

La decisione di smobilitare è giunta questa mattina presto dopo una breve assemblea spontanea organizzata vicino allo Juventus Stadium, zona nord-ovest di Torino. Sulla manovra, comunque, i taxisti hanno le idee chiare: “Questa è la fine di un mestiere. Ne va della nostra esistenza, di una vita di sacrifici – ha sottolineato Bestente -. Qui c’è chi ha lavorato quarant’anni e ora meditava di ritirarsi per sistemare un figlio, lasciando un lavoro e una licenza. Ci sono ragazzi giovani che per acquistare la licenza si sono indebitati, hanno ipotecato la casa. Se questi signori credono di far ripartire l’economia mettendoci in ginocchio si sbagliano”. I taxisti a Torino sono circa 1600.

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