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Ultima stazione speranza. L’ira dei pendolari piemontesi. Le foto del regionale Torino-Milano

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Non c’è pace per i pendolari piemontesi. Nonostante l’inverno si dimostri clemente evitando i tradizionali ritardi dovuti al maltempo, sono le molteplici criticità infrastrutturali a mettere in crisi quotidianamente il traporto ferroviario e, a pioggia, la vita di migliaia di passeggeri. Quotidiano Piemontese aveva già svolto un’inchiesta lo scorso autunno e ora, con la collaborazione del Comitato pendolari Torino-Milano, accende nuovamente i riflettori sui problemi di un sistema ferroviario che ha investito prevalentemente sull’Alta Velocità lasciando andare alla deriva il trasporto locale. Sono tante le lamentele sul sito Internet del Coordinamento dei pendolari Piemontesi.

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Anche la situazione igienica (come dimostrano le foto scattate da Cesare Carbonari) è preoccupante. Sacchetti di plastica, polvere, gusci di arachidi, tetrapack, residui alimentari sotto i sedili del treno hanno fatto scattare l’allarme visto che già nel 2009 e negli anni successivi sui treni della linea Torino-Milano furono ritrovate larve di insetti come mosche e coleotteri. Si tratta di un problema causato dalla carenza di operazioni di igienizzazione dovuta al perenne movimento del materiale rotabile: i treni che arrivano a Milano tornano subito a Torino e, visti i ritardi, molto spesso non c’è il tempo materiale per pulire le carrozze.

Il gruppo chivassese è sul sentiero di guerra per l’introduzione, nel nuovo orario in vigore dallo scorso dicembre, di un Tgv che ha ottenuto la priorità di passaggio facendo arrivare costantemente in ritardo i passeggeri del RV2004.C’è qualcosa che non va – si legge sul sito del coordinamento dei pendolari piemontesi – Non va ad esempio che per agevolare un TGV per Parigi che trasporta sicuramente solo turisti, si penalizzino una serie di treni regionali con migliaia di lavoratori e studenti che a turno vengono bloccati lungo i binari della vecchia ferrovia tra Chivasso e Torino Stura. Non va ad esempio che la giustificazione data dalla Regione Piemonte sia quella che dovevamo cadenzare tutti i treni da Milano a Torino al minuto 15’ di ogni ora. Perché la motivazione reale di quello che sta accadendo ogni giorno tra Chivasso – Settimo – Torino Stura e Torino Porta Susa, sta (secondo i pendolari) nell’aver concesso al treno francese la vecchia traccia del RV2004 che partiva da Milano alle 06:00 e arrivava sempre puntuale a Torino Porta Susa alle 07:45”.

Con il nuovo orario, è stato aggiunto un treno in più da Torino Porta Nuova per Milano Porta Garibaldi con partenza da Porta Nuova alle 18:30 e fermate a Torino Porta Susa, Chivasso, Santhià, Vercelli, Novara, Magenta e Rho. Dal 9 gennaio ad oggi, il RV2057 ha registrato una media giornaliera di 14′ di ritardo con punte fino a 45′. Ieri, 25 gennaio, c’è stato un altro forte ritardo di 24′ in arrivo a Milano, causato dalla partenza in ritardo da Torino di 15′.

A Ivrea sabato scorso alcune decine di pendolari hanno occupato i binari davanti al treno Ivrea-Aosta ma, a causa del troppo affollamento, sono stati impossibilitati a salirci. I pendolari hanno desistito quando Trenitalia ha organizzato un secondo treno per riportarli a casa. La manifestazione si è svolta senza alcun incidente e il problema è nato – ha precisato Trenitalia – dal guasto di un convoglio che ha fatto arrivare ad Ivrea un treno regionale “ridotto”.

In questo panorama disastroso – al quale si aggiungono i periodici stop delle linee a causa dei furti dei cavi di rame – al danno si aggiunge la beffa ovvero il rincaro degli abbonamenti conseguente all’applicazione Sovraregionale delle tariffe regionali per spostamenti tra le Regioni, denominata AS/39/40 ed entrata in vigore dal 1 novembre 2007. Insomma la situazione resta critica su tutti i fronti e, infatti, molti pendolari sfileranno sabato prossimo nel corteo torinese NoTav consapevoli di come il loro destino sia legato indirettamente ma a doppio filo agli investimenti che verranno fatti in futuro per sviluppare l’Alta Velocità.

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