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Confartigianato Asti contro la riforma del lavoro

Redazione Quotidiano Piemontese

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Mario Monti vuol chiudere la “questione mercato del lavoro” entro la fine del mese e con il pieno accordo delle parti sociali, ma Confartigianato non ci sta. Artigiani e commercianti minacciano la disdetta dei contratti collettivi contro l’aggravio del costo del lavoro previsto dalla riforma. “L’aggravio di costi previsto dalla riforma del lavoro presentata dal Governo – dichiara Giansecondo Bossi, direttore Confartigianato Asti – è inaccettabile per le imprese. Se non ci saranno modifiche sostanziali, non firmeremo l’accordo. La riforma colpisce pesantemente le aziende del terziario, dell’artigianato, del turismo e dell’impresa diffusa, che coprono il 54% del totale dell’occupazione nel settore privato. Gli unici settori che hanno garantito posti di lavoro durante la crisi, ma anche quelli che più verranno penalizzati dalla riforma del lavoro proposta dall’Esecutivo.

L’onere aggiuntivo previsto è insostenibile e la cifra inaccettabile per le imprese che rappresentiamo. Aggiungendo l’accresciuto costo del lavoro, l’aggravio di costi per le assunzioni a tempo determinato, una nuova ‘tassa sui licenziamenti’ e l’aumento dell’’Iva si ottiene un mix esiziale”.

“Nella riforma – conclude Bossi – manca anche la valorizzazione dell’esperienza maturata nell’ambito della bilateralità. La riforma del complesso ed articolato sistema degli ammortizzatori sociali, soprattutto per i settori produttivi che si avvalgono dei fondi per il sostegno al reddito previsti dagli enti bilaterali, non può infatti prescindere dal consolidamento e la valorizzazione degli strumenti di natura contrattuale gestiti dalla bilateralità esistente”.

Nel frattempo arriva una schiarita secondo cui il Governo sarebbe disponibile a far andare a regime il nuovo sistema di ammortizzatori nel 2017 e non più al 2015 in modo che i lavoratori possano usufruire delle attuali tutele per tutta la durata della crisi economica.

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