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“Passi d’argento”, ovvero come vivono gli ultra64enni dell’astigiano

Redazione Quotidiano Piemontese

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Come vivono gli ultra64anni dell’astigiano? A rispondere sono proprio loro, attraverso un’indagine nazionale di sorveglianza su salute e condizioni sociali che vede l’Asl di Asti impegnata dal 2010. I risultati della prima parte del progetto “Passi d’argento”, condotto insieme al consorzio socio-assistenziale Cisa, sono disponibili.

L’azienda sanitaria ha contattato 250 soggetti, ai quali sono state rivolte domande riguardanti,  non le patologie di cui soffrono, ma aspetti come il loro benessere e la loro capacità di socializzare nell’ambito famigliare e in quello esterno, i disturbi fisici che condizionano le azioni quotidiane (mangiare, muoversi, ecc.), eventuali problemi economici con ricadute sullo stile di vita, il consumo di farmaci.
Le 250 persone coinvolte sono state individuate in modo casuale, ma solo se residenti tra le mura domestiche e non in strutture quali case di riposo, comunità, etc.. Il campione è rappresentativo della popolazione “anziana”, che a sua volta copre un quarto del totale degli abitanti dell’Astigiano.

Gli ultra64enni intervistati indicano di essere sufficientemente autonomi: il 71% è in buona salute, mentre il 18% mostra segni di fragilità e l’11% di disabilità, cioè ha bisogno di essere aiutato in almeno un’attività della vita quotidiana (fare la spesa, cucinare o provvedere ad altre incombenze di casa, spostarsi da un luogo all’altro e così via).

Una persona su 10 evidenzia problemi nella masticazione di cibi “difficili” (carne, mele, etc.) o accusa problemi di udito tali da “non poter fare quattro chiacchiere con qualcuno”. Molto sentita è la riduzione di autonomia nel movimento, tale da condizionare gli spostamenti e costringere l’anziano a limitare drasticamente le uscite e, di conseguenza, le relazioni interpersonali.

Anche per questi motivi – commenta Daniela Rivetti, responsabile della direzione integrata della prevenzione Asl di Asti – l’8% del campione risulta a rischio di isolamento sociale. Fortunatamente quasi la metà continua ad essere una risorsa essenziale per la famiglia o per gli altri: 3 persone su 10 accudiscono o aiutano settimanalmente i propri congiunti, mentre 6 su 10 seguono i nipoti al di sotto dei 14 anni”.

Per quanto riguarda il reddito, circa la metà del campione non manifesta problemi economici, mentre la restante parte segnala difficoltà (il 14%, in particolare, stenta ad arrivare alla fine del mese).

Un altro aspetto preso in considerazione dall’indagine approfondisce il consumo di farmaci, cui il 90% degli intervistati ha fatto ricorso nei 7 giorni precedenti la rilevazione. L’uso  delle medicine aumenta, tra l’altro, con l’età: il 39% dei “consumatori” ne assume almeno 4 al giorno. A favorire un maggior ricorso ai farmaci anche le difficoltà economiche, che condizionano la buona qualità delle abitudini alimentari e del tempo libero, il limitato livello  d’istruzione e una maggiore fragilità fisica.

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