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Tassa sugli artigiani per pagare gli stipendi ai dirigenti Rai

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Un recente assurdo balzello si è abbattuto sulle imprese italiane: la Rai ha cominciato ad esigere, in virtù di un Regio Decreto del 1938, il pagamento dell’abbonamento speciale per il possesso di apparecchi come computer e simili, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi televisivi”. E’ quanto si legge nel comunicato di Confartigianato Asti, indignata dalla situazione e ora decisa a protestare. Ciò che ha fatto scattare la rabbia degli artigiani è proprio l’imposizione del tributo sul possesso di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza. La cifra in questione va da un minimo di 200 euro ad un massimo di 6mila euro l’anno.E’ ormai noto l’importo dello stipendio di Luigi Gubitosi, neo direttore generale Rai e sono ormai diversi giorni che le polemiche non mancano intorno all’assurdità delle retribuzioni dei top manager Rai.

Quella del canone speciale Rai – spiega Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – è una richiesta assurda perché vengono tassati strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai. Tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull’informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante ed ingiustificato. Viceversa, in un momento di grande crisi in cui vengono chiesti enormi sacrifici agli italiani – conclude Felici – sarebbe salutare un segnale di sobrietà da parte dei dirigenti Rai circa i loro lauti stipendi pubblici. E soprattutto verrebbe da chiedersi se la tassa sugli artigiani serva a pagare i dirigenti Rai”.

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