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Il Governo Monti ha deciso: il Piemonte avrà una città metropolitana e 4 province

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo un iter glocale lungo e non semplice il Governo Monti ha deciso il riordino delle province che entrerà in vigore fra 14 mesi dal 1° gennaio 2014. L’approvazione del decreto di riordino delle Province e città metropolitane è stato annunciato via Twitter del dipartimento della funzione pubblica mentre il Consiglio dei ministri era ancora in corso. Da gennaio verranno meno le giunte provinciali e poi partirà un cronogramma per arrivare alla nuova situazione. Per il Piemonte sopravviveranno la città metropolitana di Torino, la storica provincia Granda di Cuneo e gli accorpamenti delle province di Alessandria e Asti, Vercelli e Biella, Novara e Verbania. Il provvedimento riduce da 86 a 51 le province nelle Regioni ordinarie. La nuova mappa delle province italiane.

L’elenco delle province del nord ovest dopo il riordino del consiglio dei ministri
– PIEMONTE: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria,  Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli;
– LIGURIA: Imperia-Savona, Genova, La Spezia;
– LOMBARDIA: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia;
– VENETO: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia;
– EMILIA ROMAGNA: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena.

II comunicato del Governo

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane.

La riforma si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente “provinciali” come la gestione delle strade o delle scuole. Con il decreto approvato le province sono state ampiamente ridotte.

Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali.

Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da n.86 a n.51 (ivi comprese le città metropolitane)

Il riordino delle province è stata l’occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un’altra provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.

Sempre dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.

Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.

Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo

Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.

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