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Novara: sit-in dei dipendenti della Tacchini per non perdere il posto

Erica Gardella

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Ieri, giovedì 13 dicembre, i dipendenti della Tacchini hanno incontrato il prefetto per sollecitare un intervento nei confronti della proprietà cinese del famoso marchio di abbigliamento sportivo allo scopo di fare pressioni per modificare la decisione di mettere in mobilità 42 dei 55 dipendenti dell’azienda nella fabbrica di Bellizago Novarese(vedi precedente notizia). Il prefetto di Novara, Francesco Paolo Castaldo ha incontrato i lavoratori e i rappresentati sindacali dell’azienda accompagnati dai sindaci di Bellinzago, Mariella Bovio, comune dove ha sede la fabbrica Tacchini, e il sindaco di Castelletto Ticino, Matteo Besozzi, dove verrà chiuso invece un negozio della stessa azienda. Il 20 dicembre si terrà inoltre un incontro tra i sindacati e l’azienda per un confronto nella sede dell’Associazione Industriali di Novara.

I lavoratori hanno anche organizzato un sit-in in piazza Matteotti con tanto di striscioni polemici contro la gestione dell’azienda che non ha mai negoziato le proprie decisioni con i lavoratori. I sindacalisti spigano così la situazione: ” La società ha deciso di cedere produzione e commercializzazione dei prodotti, per occuparsi solo della gestione del marchio. Questo comporta di fatto la fine dell’azienda, perché a Bellinzago si perderanno, dal mese di febbraio, i quattro quinti dei posti. Noi abbiamo respinto questo programma e le mobilità. La proprietà cinese, qui dal 2007, ha deciso di chiudere l’azienda, non ha mai parlato con noi, non ci ha mai detto nulla dei programmi aziendali. Il problema vero è che le 42 persone che a febbraio perderanno il posto, non hanno alternative, perché il settore in questi anni si è drasticamente ridimensionato e non offre posti di lavoro».

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