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Economia

Progetto salva-concerti: sono un business importante per Torino

Erika Savio

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vasco-concerti-torinoE’ necessario un vertice per salvare i concerti a Torino: il dopo-Vasco ha reso il tutto ancora più chiaro: i grandi concerti da migliaia di persone sono un business che vale una fortuna per la città. Questo sia per i privati che li organizzano, nonchè per il Comune. L’impegno è minimo, il guadagno è molto, numerose le buone ricadute sulla città. Purtroppo, però, ancora non si è ben compreso come sfruttare l’intrattenimento per i turisti in arrivo. Anche al tavolo degli assessori, si brancola nel buio: ‘Abbiamo dialogato con la Cultura e il Turismo, ma spetta all’assessore Braccialarghe dare segnali di maggiore disponibilità nel diventare una città più accogliente per il pubblico dei fan, come chiede chi porta concerti tipo Vasco’ dice Stefano Gallo, il responsabile di Sport e Tempo Libero; e Braccialarghe risponde: ‘Sono disposto a sedermi a tutti i tavoli che vogliamo, per fare sistema con i privati.’‘Ma’ aggiunge, ‘perché gli stessi privati, anziché lamentarsi, non hanno pensato di promuovere la Tessera Musei, per dirottare il loro pubblico sulla cultura?’. Un rimpallarsi il problema: si è scoperto che il pubblico di Vasco proveniva per il 70% da fuori Torino, il 4% era straniero, il 18% del Sud Italia. A fare andare su tutte le furie gli organizzatori del favoloso tour di Vasco, sono state le dichiarazioni di Michele Curto, consigliere di Sel, che vuol avere delucidazioni in Commissione sui reali guadagni della Città dopo le quattro date del cantante. Perchè: ‘I costi dello Stadio sono bassi, largamente inferiori a quelli di ammortamento della struttura’. Roberto De Luca, ad di Live Nation: ‘Per l’Isozaki la città dovrebbe ringraziarci, visto che siamo soci al 70%. Quando il Comune perdeva 6 milioni di euro per 3 anni era più contento? Siamo arrivati noi, almeno stiano in silenzio’. Come al solito, il rischio è che Torino si faccia sfuggire una preziosa occasione. Poichè la politica degli sconti per far mettere le date dei concerti a Torino piace agli organizzatori, ma altre città, competono con costi nulli degli stadi e agevolazioni sui servizi.  L’assessore alla Cultura della Regione, Michele Coppola, che da sempre promuove gli investimenti dei privati in questo genere di eventi, sottolinea ‘Il periodo degli esperimenti è terminato e ha dimostrato come concerti di grandi artisti siano in grado di creare importanti ricadute’ propone: ‘E’ arrivato il momento per istituzioni e stakeholder di ragionare insieme e decidere se, come avveniva per il cinema dieci anni fa, sia possibile replicare lo stesso modello per i grandi appuntamenti musicali.

Questi, infatti, come le produzioni televisive e cinematografiche, generano ricadute economiche e occupazionali uniche. Si può immaginare uno strumento – aggiunge – che con regole chiare, come accade per Film Commission, sostenga chi decide di investire in Piemonte, attraverso erogazione di servizi e agevolazioni?’.  E Braccialarghe dal canto suo: «Farò incontrare i privati dei concerti con le organizzazioni di categoria, come Ascom e taxi, cosa che già è accaduta quest’anno per il Salone del Libro». Stefano Lo Russo, capogruppo in Comune del Pd, all’accenno al Festival del Jazz – sempre fonte di numerose polemiche – conclude: ‘Sbaglia chi, come Curto, fa polemiche pretestuose, ma altrettanto chi contrappone due spettacoli che devono convivere e che hanno logiche di promozione e sostegno della città totalmente differenti’. E vedremo come Torino saprà reagire alla sfida.

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