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Economia

Secondo Marchionne: le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili

Redazione Quotidiano Piemontese

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220px-Fiat_Sergio_MarchionneLe ultime dichiarazioni di Sergio Marchionne hanno avuto risposte forti dal mondo politico italiano: “Le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili. Se le condizioni in Italia restano quelle attuali  è impossibile gestire bene le relazioni industriali. Anche se ci impegnassimo sugli investimenti, sarebbe un impegno vuoto. Stiamo cercando di capire le implicazioni della sentenza per le nostre attività in Italia. Incontreremo il sindacato al centro di questo contenzioso, vedremo il risultato. Abbiamo le alternative necessarie per realizzare le Alfa ovunque nel mondo”.

 

Per il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini: “Ci sono molte imprese che in queste condizioni stanno continuando a investire, a crescere, a creare profitto e posti di lavoro. Questo nonostante le indubbie difficoltà. E’ chiaro che il tema è caldo, specie dopo la sentenza della Corte costituzionale su Fiom-Fiat, in questi mesi io e Marchionne abbiamo discusso più volte di come migliorare le relazioni industriali”.

Secondo la senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e dei senatori di Sinistra, Ecologia e Libertà: “L’ad di Fiat Sergio Marchionne torna a tirare una corda ormai consunta e pronta a rompersi definitivamente. Le sue continue minacce di dover sostanzialmente chiudere gli impianti, perché in Italia è impossibile fare industria, sono diventate un ritornello stonato di chi non solo non ha mai presentato un Piano industriale degno di questo nome, ma anzi ha spostato gli asset strategici della Fiat dove più gli facevano comodo, in Serbia ad esempio. Siamo stanchi della sua incapacità, della sua arroganza, delle sue promesse al vento e di chi se ne frega dei diritti dei lavoratori e della Costituzione. La realtà è che Marchionne vuole abbandonare l’Italia facendosi finanziare la fuga dallo Stato italiano. Mi auguro che il Governo Letta non abbia il solito atteggiamento servile e ossequioso che abbiamo visto in tutti questi anni e si decida a farsi sentire con la dovuta determinazione”.

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