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L’assessore alla sanità Cavallera: ai malati di Alzheimer la Regione ha abbassato le rette

Redazione Quotidiano Piemontese

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attesa_ospedaleDopo aver letto su La Stampa di oggi un articolo dal titolo: “I tagli della Regione sui malati di Alzheimer” l’assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera, dato che vengono attribuiti alla Regione aumenti che derivano invece da norme dello Stato, ha chiesto una rettifica che precisa che: “La Regione Piemonte mette a disposizione dei malati di Alzheimer una rete di servizi sanitari, per l’inquadramento diagnostico e terapeutico della malattia come Unità di valutazione Alzheimer, servizi ambulatoriali e ospedalieri di geriatria.Le Unità di valutazione hanno il compito di diagnosticare la malattia di Alzheimer e di proporre una valida terapia farmacologia. Il medico di famiglia e gli specialisti dell’Unità assicurano il supporto clinico necessario per seguire l’andamento cronico-degenerativo della malattia anche attraverso ricoveri ospedalieri nelle fasi acute, laddove il malato presenta sintomatologia comportamentale significativa. La malattia di Alzheimer richiede un elevato livello di assistenza, che nella maggioranza dei casi è offerto a domicilio dalla famiglia con il supporto dei servizi di ADI e di assistenza domiciliare.

Con il progredire della malattia la gestione del malato diviene sempre più difficile e gli interventi di cura e assistenza domiciliare non sono, talora, sufficienti a sostenere le famiglie. Può quindi essere necessario il ricorso a servizi socio-sanitari semiresidenziali – quali il Centro diurno Alzheimer – oppure residenziali, quali le residenze sanitarie ad elevata intensità assistenziale, oppure ricorrendo al Nucleo Alzheimer Temporaneo (NAT) nei casi di disturbi comportamentali importanti.

L’aggravarsi della sintomatologia e della non autosufficienza possono portare l’anziano malato di alzheimer e la sua famiglia a richiedere, per la gravità della sintomatologia e le difficoltà di un’ottimale permanenza a domicilio con la sola presenza di assistenti familiari, ad essere ricoverato in strutture residenziali tendenzialmente in alta intensità per le quali la delibera approvata dalla Giunta regionale il 2 agosto scorso prevede la riduzione della tariffa giornaliera da 99 ad 95,73 euro, ma che per effetto della normativa nazionale sui LEA prevede che la compartecipazione dell’utente alla spesa debba passare al 50% della tariffa. In questo modo da ottobre la retta giornaliera a carico del cittadino passerà dagli attuali 45,54 ad 47.87 euro.

Nel caso di gravi compromissioni psico-fisiche e gravi disturbi comportamentali la Regione Piemonte unica in Italia ha introdotto una particolare struttura di supporto, rappresentata dal NAT (Nucleo Alzheimer Temporaneo), che ha il compito di stabilizzare la sintomatologia correlata alla patologia (disturbi comportamentali e problematiche cognitive attraverso un ricovero a tempo determinato (di norma due mesi), al fine di continuare il progetto assistenziale o attraverso un inserimento di tipo continuativo residenziale, semiresidenziale o a domicilio. La tariffa giornaliera in vigore da ottobre per i NAT è stata ridotta da 137,15 a 132,62 euro. Ma sempre per effetto della normativa nazionale sui LEA la spesa a carico del cittadino passerà dagli attuali 63,09 a 66,31 euro.

Anche le tariffe per l’inserimento in un Centro diurno Alzheimer sono state ridotte da  88 a 70 euro al giorno. Ma per la normativa nazionale la quota del cittadino passerà da 20 a 35 euro al giorno. Vi sono, infine, progetti di intervento domiciliare realizzati sulla base di appositi progetti individualizzati sulla base dei bisogni specifici. Mi sembra quindi chiaro come l’incremento della quota a carico del cittadino, pur in presenza di riduzione delle tariffe, sia una conseguenza della normativa nazionale e non di una volontà della Regione.

Nei casi in cui l’utente non abbia reddito sufficiente per pagare la propria quota di compartecipazione alla tariffa subentra l’ente gestore delle funzioni socio-assistenziali locali. Con questi organismi esamineremo tali casistiche nell’ambito dell’utilizzo dei fondi per i servizi sociali stanziati nel bilancio 2013 Nel 2012 i posti letto in residenze sanitarie assistite riservati agli anziani non autosufficienti, tra cui i malati di Alzheimer, a carico del servizio sanitario sono stati 14.765, i posti letto in NAT sono stati 206, gli utenti dei centri diurni 250.

La criticità legata ai centri diurni Alzheimer, unitamente alle altre questioni legate alla ridefinizione dei livelli essenziali di assistenza, così come la tematica della non autosufficienza sono state poste dalla nostra Regione al tavolo Regioni/Ministero costituito per il nuovo Patto della Salute 2013/2015, a cui il Piemonte partecipa con l’incarico di coordinare l’area dell’integrazione socio-sanitaria.

 

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