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Cronaca

Crisi economica: in Italia un suicidio ogni 2 giorni e mezzo

Redazione Quotidiano Piemontese

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suicidioNel 2013 sono state complessivamente 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche, rispetto agli 89 casi registrati nel 2012. Lo rende noto Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno e che adesso pubblica i dati complessivi di un’attività di monitoraggio avviata nel 2012. Il fenomeno non conosce più differenze geografiche: al Sud come al Nord. Nel 2013 il numero più elevato di suicidi per ragioni economiche si è registrato nel Nord-Ovest che vede triplicato il numero delle vittime che passa da 12 dell’anno 2012 a 35 nel 2013. A seguire le regioni centrali con 33 casi (22,1%) a fronte dei 23 del 2012 (25,8%) e il Nord-Est con 32 (21,5%), dato quest’ultimo in linea con quanto registrato nel 2012 quando gli episodi sono stati 27. Sono invece 19 i casi di suicidio registrati nelle Isole (14 nel 2012).

Un suicida su due è imprenditore ma in un anno è raddoppiato il numero dei disoccupati suicidi. Triplicato anche quello degli “occupati”. Circa un suicida su due (45,6%) è imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012) ma, rispetto al 2012, raddoppia il numero delle vittime tra i disoccupati: sono 58, infatti, i suicidi tra i senza lavoro, numero che risulta più che raddoppiato rispetto al 2012 quando gli episodi registrati sono stati 28. Così come sono quasi triplicati, rispetto al 2012, coloro i quali, seppur in possesso di una occupazione, si son tolti la vita perché stretti nella morsa dei debiti a causa molto spesso di stipendi non percepiti: 7 i casi registrati nel 2012, 19 nel 2013.

La crisi interessa strati sempre più ampi della popolazione. Nel 2013, così come nel 2012, la crisi economica, intesa come mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, rappresentano la motivazione principale del tragico gesto è all’origine dei 108 suicidi (72,5%) nel 2013, a fronte dei 44 del 2012. La perdita del posto di lavoro continua a rappresentare la seconda causa di suicidio: 26 gli episodi registrati, in lieve aumento rispetto al 2012 quando i casi sono stati 25. Ad incidere inoltre sul tragico epilogo, i debiti verso l’erario: 13 le persone che nel 2013 si son tolte la vita a causa dell’impossibilità di saldare i propri debiti nei confronti dello Stato.

«Tali dati – sottolinea Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore di Link Lab – indicano come gli effetti della crisi economica interessino strati sempre più ampi della popolazione e quindi non più solo riconducibili alle difficoltà economiche degli imprenditori o di chi perde il posto di lavoro».

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