Ambiente
Nuova casa per il banco alimentare di Asti. Avrà sede nel mercato ortofrutticolo della città
L’opera è realizzata direttamente, a scomputo di oneri di urbanizzazione, dall’impresa che sta costruendo il centro commerciale voluto dalla precedente amministrazione al posto del vecchio mercato ortofrutticolo.
“Noi – prosegue il sindaco – stiamo realizzando la struttura: chiederemo poi la collaborazione delle associazioni di categoria, agricole e commerciali, di mettere in campo le azioni di promozione soprattutto verso l’esterno della provincia e verso le società di distribuzione dei prodotti alimentari, per far si che questo centro diventi conosciuto e all’altezza della qualità di eccellenza dei nostri prodotti agroalimentari”.
La collocazione del Banco Alimentare in questo complesso è strategica perché, non solo risponde all’esigenza di “dare un tetto” alla onlus, ma la colloca in adiacenza a due strutture (il supermercato alimentare e il nuovo mercato ortofrutticolo) che possono fornire al banco derrate gratuitamente o a basso costo da destinare all’attività benefica dell’associazione, visto che, solo ad Asti, il banco sostiene sedici strutture caritative (trentanove nell’astigiano) e 2500 persone (6 mila in tutta la provincia) tra cui i 1200 utenti della mensa di corso Genova. Nell’ultimo anno e mezzo l’amministrazione comunale ha dovuto fare fronte a numerose emergenze causate dal forzato disimpegno da parte dell’amministrazione provinciale, in diversi settori: non solo il banco alimentare, ma anche la biblioteca, Astiss, l’Israt, il museo degli Arazzi, etc.
“Fino ad ora – conclude Brignolo – siamo sempre riusciti a fare fronte a queste situazioni, che se non risolte avrebbero causato un depauperamento del tessuto produttivo, culturale e sociale della Città, grazie alla collaborazione di altri Enti come Fondazione Cassa di Risparmio e Astiss e anche alla collaborazione del Commissario Ardia, che, pur nell’adempimento di tagli cui è costretto dalle disposizioni legislative e finanziarie che hanno ridotto le dotazioni della Provincia, ha accettato di continuare a sostenere queste attività nei limiti del possibile, ad esempio continuando a mantenere in servizio il personale a suo tempo distaccato in Biblioteca o all’Università”.