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Cronaca

Rissa nel 2010 in Regione: consiglieri Motta (FDI) e Boeti (PD) condannati per percosse – il video della rissa

Redazione Quotidiano Piemontese

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consiglio-regionaleIl 30 dicembre 2010 era scoppiata la bagarre nell’aula di Palazzo Lascaris dopo la bocciatura della proposta di legge del Movimento 5 Stelle sulla riduzione delle retribuzioni dei consiglieri regionali. I consiglieri pentastellati Davide Bono e Fabrizio Biolé (oggi gruppo misto) avevano inscenato una protesta lanciando banconote finte. La scena non è piaciuta ad alcuni consiglieri che sono intervenuti con modi non proprio “ortodossi”. La vicenda è quindi finita davanti al giudice di pace. Ora sono arrivate due condanne a multe e risarcimenti. Il giudice di pace ha condannato Massimiliano Motta (Fratelli d’Italia ex Pdl) per minacce e percosse nei confronti di Bono a 250 euro di multa e 800 di risarcimento, oltre al pagamento delle spese legali. Nino Boeti (Pd) invece per le percosse a Biolé dovrà pagare una multa di 200 euro e risarcire il consigliere con 400 euro. 

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del consigliere del Movimento 5 Stelle Davide Bono sulla sentenza del giudice di pace:

In seguito ai fatti del 2010, quando venni percosso da un Consigliere Regionale in Aula, mi sono dovuto rivolgere ad un tribunale per farmi tutelare. Tutto l’Ufficio di Presidenza venne colto da un’improvvisa cecità e ora da amnesia, censurando il mio comportamento (l’aver distribuito delle banconote facsimile come segno di protesta per la bocciatura della mia proposta di legge di riduzione dei costi della politica) e non sanzionando l’aggressore.

Ora il Giudice di Pace mi ha dato ragione, condannando Motta a pagare 250 € di multa, 800 € a me per risarcimento danni e 2700 €+iva e cpa per le spese legali. Mi sembra giusto e doveroso.

Ricordo anche la richiesta del PM, non accolta dal giudice, di trasmissione degli atti alla Procura per il sospetto di falsa testimonianza del questore Leardi, chiamato come teste. Stranamente, infatti, tutti gli interpellati hanno dichiarato di non ricordarsi, o peggio, di non essere in Aula nel momento dell’aggressione. Peccato che le nostre riprese (quelle ufficiali dell’Aula vennero prontamente interrotte dal Presidente Cattaneo) dimostrino l’esatto contrario.

Sappiamo bene che l’omertà e la collusione sono uno dei principali strumenti di autodifesa della casta. Neanche di fronte ad un collega percosso si sono fatte eccezioni. Il M5S è nato per spezzare queste connivenze.

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