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Ultime battute dell’inchiesta sulle morti d’amianto alla Olivetti. Si allunga l’elenco degli indagati

Redazione Quotidiano Piemontese

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Vecchia sede Olivetti Ico

Vecchia sede Olivetti Ico

Si allunga l’elenco degli indagati in merito alle morti da mesotelioma pleurico, provocate dall’amianto. Ora sono 30 le persone nel “mirino” della procura di Ivrea che ha in mano il faldone, sempre più corposo, della procedimento giudiziario che riguarda la ditta Olivetti e i suoi stabilimenti di Ivrea. Le indagini, poco alla volta, stanno risalendo agli anni Novanta e prosegue fino ai primi anni del 2000 con valutazioni di cartelle cliniche e uffici, sedi aziendali, location, in particolare la zona del palazzo uffici nei cui sotterranei sono presenti strutture in amianto.  Tra i neo indagati, figurano nomi di spicco della società, presidenti, amministratori, dirigenti, sia della Olivetti, sia delle società controllate dal Gruppo. E di spicco sono anche i nomi di Carlo De Benedetti, presidente Olivetti e suo fratello Franco, amministratore e vice presidente. Entrambi indagati. Vittime e indagati, oggi hanno un’età compresa tra i 75 e i 90 anni, circa. Alcuni vivono all’estero, alti in Italia. Il tumore provocato dall’esposizione all’amianto ha una latenza molto elevata, dai 15 ai 45 anni e un decorso molto più veloce di 1, 2 anni. Gli ammalati, in questo caso, sono 13 e alcuni sono deceduti negli ultimi 13 anni, accomunati da vicende simile che hanno portato alla malattia e poi al decesso. Tutti lavoratori negli stabilimenti torinesi di Scarmagno, San Bernardo di Ivrea e Officine Ico, nella storica vecchia sede, l’edificio di mattoni rossi nei cui reparti si usano prodotti contaminati da amianto, nello specifico talco per agevolare lo scorrimento dei cavi all’interno delle guaine, rivestite di amianto. Dopo molti anni, l’ inchiesta è in fase di conclusione. Si valuta che, nei prossimi mesi si potrebbe giungere ad un esito.

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