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Piemonte

All’Hiroshima esplode il rock dei Verdena

Davide Mazzocco

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A tutti coloro che hanno da tempo suonato le campane a morto per il prematuro decesso del cinquantenne Mister Rock. A tutti quelli che necessitano di quotidiane somministrazioni di adrenalina, a quelli che vogliono risolvere rompicapi musicali e conoscere sintassi melodiche alternative consigliamo di immergersi in Wow, l’ultimo album dei Verdena che verrà suonato live questa sera all’Hiroshima mon amour in un concerto che da oltre un mese ha fatto registrare il sold out. Perché se il rock sopravvive ancora fra Vetta d’Italia e Capo Passero in gran parte lo si deve ai fratelli Alberto e Luca Ferrari e a Roberta Sammarelli, alla loro unione che dura dal 1995 e che ha prodotto cinque magnifici album. Lontani per scelta dal mainstream, dai passaggi radiofonici, i Verdena suonano fuori dal coro e dalle logiche di mercato: canzoni spesso lunghissime, testi alogici, chitarra, basso e batteria esasperati senza timori reverenziali, deviazioni progressive, ballads malinconiche e tanti padri nobili. Già perché se è vero che risulta difficile se non impossibile rincorrere l’essenza testuale dei loro brani è altrettanto vero che nei titoli delle loro canzoni i Verdena spiegano quelle che sono le loro ascendenze musicali e artistiche: Nirvana innanzitutto, poi Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, King Crimsom, Thin Lizzy, Motorpsycho, John Coltrane e Smashing Pumpkins. Una canzone di Wow si intitola Loniterp che non vuol dire un bel niente ma è l’anagramma del gruppo Interpol dal quale la band bergamasca riprende le sonorità del singolo in questione. E anche scrittori saturnini come H. P. Lovecraft, Aldous Huxley e Breat Easton Ellis lasciano la loro traccia nei loro testi ermetici. Ma a sostegno della virtuosa alterità dei Verdena arriva anche la pura matematica: cinque album in sedici anni sono il segno di una cura estrema e del rispetto per se stessi e per i propri sostenitori. A Wow i Verdena hanno lavorato per tre anni non senza inconvenienti: quando erano già a buon punto con le registrazioni si è rotto un hard disk con canzoni già pronte a essere editate. Alla fine, comunque, gli ex monelli di Albino hanno partorito la loro opera più completa e matura, 27 brani che proseguono il discorso avviato con il precedente Requiem. Il futuro del rock passa anche attraverso la rilettura dei classici e se siete fra i fortunati che hanno acciuffato il biglietto, beh… Wow!

 

Per info: www.hiroshimamonamour.org

 

 

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