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Piemonte

Scarabosio, come vincere 100mila euro in un mese con il poker sportivo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Come fare a guadagnare 100 mila ero in poco più di un mese con il poker sportivo? Semplice, basta riuscire ad emulare Paolo Scarabosio, torinese, classe 1966, che in poco più di 30 giorni è riuscito a centrare un grandissimo piazzamento “live” (nei tornei dal vivo, insomma) e a bissare l’impresa anche “online” (nei tornei su internet). Scarabosio, infatti, s’è assicurato più di 75 mila euro arrivando 3° al People’s Poker Tour di Nova Gorica alla fine del 2010 e, nemmeno 2 settimane fa, ha centrato un prestigiosissimo 2° posto nel Sunday Special, il torneo domenicale di Pokerstars.it, la poker room più nota non solo in Italia. Due exploit niente male, insomma, che fanno del player torinese, assieme al cuneese Alessio Isaia, portacolori di Full Tilt Poker e fresco trionfatore al World Poker Tour di Venezia, uno dei piemontesi più forti, preparati e temuti nel circuito del poker sportivo nazionale e non solo. Un ragazzo semplice, che ha a cuore il Toro (è tifosissimo granata sin dalla più tenera età e non si perde una partita di Bianchi e compagni per nessun motivo) e i viaggi e che si diletta anche nei panni di chef provetto, soprattutto quando è alle prese con il sushi. Un ragazzo normale, come tanti che è riuscito nella bella impresa di lasciare a bocca aperta il mondo del poker sportivo.

Gli esordi. “Ho iniziato nel 2005, dopo essermi interessato a questa disciplina grazie ai primi programmi tv sul poker texano – spiega Scarabosio – Ho cominciato a giocare, mi è piaciuto e mi sono appassionato. Va detto che giocavo a poker classico, quello a 5 carte tanto per intenderci, fin da quando ero ragazzino e questo m’ha sicuramente aiutato nell’approccio alla variante texana. Ho comprato dei libri, ho iniziato a studiare: volevo provare a diventare un giocatore professionista. Ho scritto a varie poker room, sono diventato poker manager per l’Italia di Titan Poker, abbiamo organizzato il primo tour di tornei sul suolo nazionale e il primo main event a Sanremo a conclusione del tour e da lì è iniziata la mia avventura”.

Sport, non azzardo. “Nella mia vita ho praticato molte discipline sportive, anche a livello agonistico, dal tennis, al basket fino allo sci. Ecco, la variante a torneo del texas hold’em è uno sport come gli altri, non un gioco d’azzardo: c’è competizione ai massimi livelli. Prendiamo il tennis: è una disciplina dove conta tantissimo la concentrazione, il cervello, non solo il fisico. Proprio come nel poker. Nel texas hold’em hai le stesse chips, la stessa somma virtuale di partenza dei tuoi avversari e devi riuscire a eliminarli. Tutti. Non importa che tu sia un sultano o un operaio: una volta finite quelle chips sei out, sei fuori. In Italia, però, vedo ancora molta ignoranza riguardo al Texas Hold’em. E pure tanta mancanza di sportività: tra i nostri connazionali, è difficile che ti venga data la mano quando vieni eliminato. A Londra ho visto giocare un evento con centinaia di persone e si sentiva solo il rumore delle chips. Da noi, purtroppo, si sente urlare e sbraitare. Sì, su questo noi italiani dobbiamo crescere e non poco. Siamo indietro, molto indietro”.

Preziosi consigli. “L’elemento fortuna? Beh, in un torneo multi table turbo il ‘fattore c’ conta all’80%. In un torneo con un bello stack iniziale e dei livelli di bui lunghi, invece, precipita sotto il 10%. Un buon giocatore, comunque, ottiene risultati nel lungo periodo: ti può andare male, puoi uscire in coin flip (le mani in cui si affrontano Asso e carta alta contro una coppia, 45% contro 55% di successo, da lì la definizione di coin flip, ossia lancio della moneta) una o due volte, ma se alla fine giochi bene verrai premiato, riuscirai a toglierti delle soddisfazioni. Cosa ho nel mirino? Beh, sono in partenza per la tappa di Kranjska Gora, in Slovenia, del People’s Poker Tour. Poi mi piacerebbe giocare l’EPT, magari quello di Sanremo, e poi chissà, stiamo lavorando per il grande sogno che si chiama Main Event delle World Series Of Poker, l’evento più difficile e prestigioso del Texas Hold’Em mondiale che si tiene a luglio al Rio Casino di Las Vegas, Nevada. Online continuerò a concentrarmi sui tornei domenicali, che portano tanti bei soldini e la giusta fama”.

Par condicio. “Usando un termine che va molto di moda in Italia, dopo aver fatto secondo allo Special di Pokerstars.it, ora, per par condicio, vorrei ottenere risultati simili anche nei domenicali di Gioco Digitale, Sisal, Snai e Lottomatica. Un consiglio a chi si avvicina a questa disciplina per la prima volta? Beh, senz’altro di iniziare con piccole cifre e di giocare con disciplina e in bankroll, ossia investendo nel buy-in di ogni singolo torneo mai più dell’1% della cifra che si ha in cassa. Per essere chiaro: se abbiamo caricato 50 euro, dovremo giocare i sit e i tornei multi tavolo da 50 centesimi di buy-in. E poi leggere, studiare, informarsi. In continuazione: questo gioco sembra semplice, sembra che conti molto la fortuna, ma in realtà è una disciplina molta complessa. Se non studi e non ti applichi non fai strada, proprio come a scuola, nel lavoro e nello sport”.

Roberto Colombo

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