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Cronaca

Pdl a pezzi sulla Tav in Consiglio regionale, il capogruppo Pedrale: “Multa”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Giornata piena di guai per la Tav, quella di ieri. Guai tutti causati, a sorpresa ma non troppo, dal centrodestra. In Consiglio regionale, una parte del Pdl (quella che fa capo al deputato Vito Bonsignore, contrario all’opera in Piemonte e nemico storico dei coordinatori Pdl regionali Ghigo e Ghiglia) fa saltare la votazione sul ddl 85, il provvedimento che ricalca una legge francese che dovrebbe favorire le ricadute economiche dei cantieri sul territorio.  Quasi contemporaneamente, il sindaco di Chiomonte, Renzo Pinard (Pdl), minaccia le dimissioni se l’avvio dei lavori dovesse prevedere una militarizzazione del territorio.

PEDRALE FURIOSO. “Con grave disappunto abbiamo dovuto constatare che alcuni consiglieri regionali del nostro Gruppo hanno abbandonato senza avvisare e senza giustificato motivo l’Aula durante la votazione degli emendamenti alla legge sulle ricadute economiche per le popolazioni che ospitano grandi infrastrutture come la Tav”.Con queste parole il presidente del Gruppo consiliare regionale del Pdl, Luca Pedrale, commenta la mancanza del numero legale che si è verificata durante la seduta odierna del Consiglio. “E’ in discussione – spiega Pedrale –  un provvedimento che garantisce delle compensazioni ai Comuni e alle popolazioni sui cui territori è prevista la realizzazione di grandi opere pubbliche. E’ quel provvedimento che da anni viene invocato per attutire il disagio delle popolazioni per la costruzione della Tav”.“Pertanto – prosegue il capogruppo del Popolo della Libertà – è ancora più grave che su un disegno di legge della Giunta regionale, presentato dall’assessore Bonino, alcuni consiglieri abbiano volutamente disertato la presenza in Aula”.“Ho chiesto la votazione con appello nominale – conclude Pedrale – proprio per poter accertare ufficialmente gli assenti. Ovviamente, a questo punto, convocherò l’ufficio di presidenza del Gruppo per applicare le multe per gli assenti ingiustificati”. Che corrispondono a 400 euro a testa.Gongola, ovviamente, l’opposizione. Ma per ragioni diametralmente opposte.

PD. Il capogruppo Aldo Reschigna: “Abbiamo votato in modo favorevole al provvedimento, dicendo no ai primi due emendamenti, per esprimere il nostro consenso al disegno di legge. Il nostro voto ha però anche smascherato l’assoluta irresponsabilità della maggioranza che, di fronte a un provvedimento che a parole dice di considerare fondamentale, si è squagliata sul piano numerico, incapace di garantire il numero legale e quindi di rispondere con un atto di responsabilità al legittimo ostruzionismo messo in campo in Consiglio. Non a caso alla terza votazione, di fronte alla nostra non partecipazione al voto, è mancato il numero legale e l’esame del provvedimento è stato rinviato. Questa maggioranza ancora una volta ha dimostrato la sua inconsistenza politica, oltre che numerica. Non é un caso che a mancare in Consiglio fossero soprattutto quei consiglieri della Pdl che fanno riferimento a una corrente il cui massimo esponente (Vito Bonsignore, ndr) si é pronunciato in modo critico nei confronti della TAV e che da mesi è impegnato in un braccio di ferro interno al suo partito. I contrasti sempre più evidenti in casa Pdl rendono assolutamente palesi la mancanza di coesione politica e di condivisione programmatica di questa amministrazione regionale, al di là delle dichiarazioni di facciata del presidente Cota”.

5 STELLE. Il capogruppo Davide Bono: “Oggi abbiamo tenuto banco fino alle 17.44 in un Consiglio Regionale semideserto con gli emendamenti all’articolo 1 del ddl 85 sulle ricadute positive delle grandi opere e lo scandalo delle compensazioni. Alle votazioni la maggioranza non è riuscita nemmeno a mantenere il numero legale: chiuso il Consiglio, si riparte il prossimo martedì, ma sarà lunga la strada per l’approvazione”.

FED. SINISTRA. La capogruppo Eleonora Artesio, aveva presentato un ordine del giorno per chiedere una sospensione alla legge al fine di audire il gruppo composto da operatori sanitari, tra cui 130 medici, e costituito su mandato della Comunità Montana, che ha elaborato uno studio su “Salute pubblica e Tav”, indicante le possibili ricadute in termini sanitari del progetto Torino-Lione: “Prendiamo purtroppo atto che, come sempre sul tema Tav, si vuole procedere in modo ideologico senza voler ascoltare le ragioni delle popolazioni interessate e confrontarsi con qualificati pareri”.Il Pd ha comunque chiesto di ascoltare in Commissione il gruppo di operatori sanitari che ha elaborato il documento.

IDV. Il capogruppo Andrea Buquicchio: “Il dibattito sulla Tav  non dovrebbe essere affrontato con continue contrapposizioni ideologiche dell’una e dell’altra parte. Occorre invece confrontarsi su problemi reali. Ad esempio è necessario capire se la spesa sia adeguata ai benefici che l’opera porterà ai cittadini piemontesi ed italiani. Senza dimenticare ovviamente un confronto serio con i residenti nei territorio interessati dal tracciato dell’alta velocità”.

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