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Nucleare cucù, il referendum non c’è più

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il Governo dice no al nucleare, o meglio rinvia, così recita il testo dell’emendamento presentato direttamente in aula questa mattina, “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. L’emendamento, presentato all’ultimo momento, nelle intenzioni del governo avrebbe l’effetto di superare il referendum sul nucleare fissato a giugno e temuto dalla maggioranza: passaggio, questo, non irrilevante. Tanto che i promotori dei referendum gridano alla truffa: da una parte pensano che la scelta sia solo strategica, per togliere di mezzo il quesito più ‘sensibile’ (dopo il disastro in Giappone) e quindi mettere a rischio il quorum sugli altri quesiti; e poi temono la riproposizione del tema ‘nucleare’ tra un anno o poco più. Così una nota di Palazzo Chigi, ovvero della Presidenza del Consiglio: “Con l’emendamento viene affidato al Consiglio dei Ministri la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale. La Strategia terrà conto delle indicazioni stabilite dall’Ue e dai competenti organismi internazionali; e, prima di essere approvata definitivamente dal Consiglio dei Ministri, sarà sottoposta all’esame della conferenza Stato-Regioni e delle competenti Commissioni parlamentari. Il Governo ha presentato oggi un emendamento al decreto legge 34 attualmente all’esame del Senato. L’emendamento prevede l’abrogazione delle norme riguardanti il programma di localizzazione, realizzazione ed attività sul territorio nazionale di impianti nucleari”.

BUQUICCHIO (IDV), ATTACCA. “La marcia indietro del Governo sulla costruzione di nuove centrali nucleari è una truffa. Infatti l’emendamento approvato non impone lo stop all’energia atomica, semplicemente rinvia di qualche anno la realizzazione delle centrali in attesa di acquisire nuove garanzie in materia di sicurezza. In realtà l’obiettivo di Berlusconi è quello di far saltare il referendum previsto a giugno, determinando così una minore affluenza per gli altri quesiti referendari, soprattutto quello relativo al legittimo impedimento. Se Berlusconi volesse realmente rinunciare all’energia atomica dovrebbe abrogare tutta la legge sul nucleare varata due anni fa. Invece in questo modo il Governo, quando si calmeranno le acque, potrebbe tirar fuori dal cassetto un nuovo programma atomico”.

 

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