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Domani il Torino Gay Pride sfila chiedendo “Quanto dista il Piemonte dall’Europa”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Se in Parlamento non si riesce ad approvare una legge contro l’omofobia non è che in Piemonte le cose vadano tanto meglio in tema di diritti della persona. Da due anni giace in consiglio regionale un disegno di legge contro ogni tipo di discriminazione (di genere, di razza, di età, di religione) che pare impossibile da approvare. Non vi era riuscita la giunta Bresso, né tanto meno finora quella Cota. E sembra piuttosto improbabile che ciò possa accadere a breve vista la direzione intrapresa sul tema dall’attuale amministrazione regionale (l’annullamento del patrocinio al Festival Cinema Gay ne è l’esempio più lampante). E’ anche per questo motivo, oltre che per chiamare a raccolta quella fetta di società civile che vuole pari diritti per tutti, che sabato pomeriggio il popolo Lgbt tornerà in piazza. E lo farà ponendosi, e ponendo ai piemontesi, una domanda: “Quanto dista il Piemonte dall’Europa?”. Molto verrebbe da dire dopo aver preso atto della situazione legislativa regionale, anche se il coordinatore del Pride, Andrea Fino è convinto che qualcosa si stia muovendo, “anche parte della mondo politico cattolico e cosiddetto moderato sta iniziando a prendere le distanze dall’omofobia. Ma siamo ancora molto lontani, come regione e come paese, dal resto dell’Europa”.

Quello che si preannuncia, viste le passate edizioni, come un corteo folto, colorato e gioioso partirà da piazza Arbarello intorno alle 15 per percorrere poi via Cernaia, via Pietro Micca, via Po e terminare in corso Cairoli. Qui, grazie al blocco del traffico, il corteo prenderà le sembianze di una grande discoteca all’aperto con punti ristoro e musica che andrà avanti fino a notte inoltrata.

Tomaso Clavarino

 

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