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‘Provate a fermarla’, proiezione speciale di Davide Ferrario e i ‘100 autori’ per il referendum

Redazione Quotidiano Piemontese

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Provate a fermarla. L’Associazione 100autori questa sera, dalle 22 a mezzanotte, lancerà un messaggio forte e chiaro per sensibilizzare i torinesi sui referendum di domenica 12 e lunedì 13. Un gioco di luci, che partirà dal ponte Vittorio Emanuele I (che collega piazza Vittorio Veneto e piazza Gran Madre), proietterà sul Po proprio la scritta Provate a fermarla. E’ il sì degli autori cinetelevisivi torinesi in favore dell’acqua pubblica.“Come Associazione – ci ha detto il regista Davide Ferrario – già da tempo abbiamo cercato di intervenire nei dibattiti pubblici attraverso il nostro specifico ambito di competenza: la cinematografia. Basti pensare allo scorso novembre quando ci schierammo al fianco dei ricercatori universitari e riprendemmo la loro protesta sui tetti delle facoltà”.

Un impegno sociale che torna a farsi sentire forte alla vigilia dei quesiti referendari: “ In questo caso – sostiene Ferrario –  ci è sembrato bello lavorare sull’acqua, elemento fondamentale per una città come Torino. Abbiamo fatto alcune prove nei giorni scorsi: faremo girare le luci sul fiume che scorre, sul ponte e sui Murazzi. Un’immagine suggestiva, insieme poetica e politica. Lavorare sull’acqua significa lavorare in modo simbolico su tutti e quattro i referendum ”.

L’Associazione 100autori si occupa a livello nazionale di sostenere l’autorialità cinetelevisiva e a Torino si connota in modo particolare per la sensibilità alle tematiche sociopolitiche che coinvolgono la collettività. “La sezione torinese dell’Associazione vede una forte presenza di documentaristi, credo che questo influisca in modo rilevante sulla nostra partecipazione a iniziative sociali” osserva Ferrario, lombardo di nascita ma torinese d’adozione da dodici anni.

Un altro tema d’attualità riguarda da vicino la provincia di Torino e la Val di Susa: la Tav. 100autori interverrà direttamente nel dibattito? Secondo Ferrario: “E’ una situazione molto complessa. Alcuni movimenti No Tav ci hanno richiesto di partecipare. La risposta può essere a due livelli: il singolo autore e documentarista che volesse fare riprese o produrre lavori in valle deve farlo. Ho dubbi invece su un intervento organico dell’Associazione, un impegno diretto sarebbe difficile innanzitutto per motivi logistici ed economici. Potremmo tuttavia fornire molto volentieri gli strumenti a loro per sfruttare al meglio il potere dell’immagine. Se qualcuno registra documenti interessanti con camere digitali o semplici cellulari, noi possiamo dargli una mano per rendere pubblico il materiale con una forma narrativa definita. Aderire in maniera totale però ci è impossibile”.

articolo di Federico Floris

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