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In Piemonte tornano ad aumentare gli incidenti stradali

Redazione Quotidiano Piemontese

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Meno morti in Piemonte nel 2009, ma con un indice di rallentamento del fenomeno inferiore al resto d’Italia e d’Europa. Aumento invece del numero degli incidenti e dei feriti. È quanto emerge dal rapporto annuale “L’incidentalità stradale in Piemonte 2011”, redatto dal Centro di monitoraggio regionale sulla sicurezza stradale, ma questi dati non confortanti vanno letti anche alla luce del nuovo sistema di rilevazione (attraverso il software Twist) che amplia la copertura territoriale e migliora la qualità dei dati raccolti. Come dire, gli incidenti c’erano anche prima, ma fuori dalle statistiche.

Il rapporto evidenzia il calo delle vittime nel periodo 2001-2009, ma né il Piemonte (-42%) né l’Italia (-44%) riusciranno a raggiungere l’obiettivo del dimezzamento dei morti entro il 2010 fissato dall’Unione Europea: dalle nostre parti, fanno eccezione le province virtuose di Asti (-64%) e Vco (-71%). Ma la riduzione dei morti nella nostra regione nel corso dell’ultimo anno (-4,5%) è inferiore a quanto avviene in Italia (-10,4%) e in Europa (-8,9%). Alla base dell’aumento degli incidenti (+4,5%) c’è anche l’inasprimento della congestione del traffico: gli indicatori di mobilità segnalano infatti che i piemontesi fanno meno strada in più tempo (da 66 minuti procapite al giorno nel 2008 a 70 minuti nel 2009). Ma attenzione, le anticipazioni dicono che nel 2010 ci sarà un aggravamento del dato sulle vittime della strada: urge un’inversione di tendenza, perché una recrudescenza del fenomeno non si registrava dal 2002.

Scendendo nel dettaglio dei numeri, emergono tanti dati interessanti, anche se piuttosto prevedibili. Per esempio, la polarizzazione delle vittime per fasce di età: tra i conducenti che muoiono in incidenti stradali – maschi nel 90% dei casi – i numeri più elevati sono tra gli over 70 e gli under 29. Riflessi lenti e poca esperienza, evidentemente, fanno la loro parte, anche se i dati sui neopatentati sono confortanti. La maggior parte dei “botti” avviene nell’abitato (72%), soprattutto agli incroci (41%), ma la mortalità più alta si registra in ambito extraurbano (59%): come prevedibile. Ancora dati, comunque. Un morto su tre avviene nelle ore di punta, mentre la domenica ci sono meno incidenti, ma più gravi. Bocciano di più le auto nuove, che vanno più veloci, ma sono più pericolose quelle vecchie. Tra gli utenti “deboli” il dato positivo riguarda le moto (-11% di morti), va peggio ai ciclisti (indicenti + 12%, feriti +17%, morti +4%) e ai pedoni (+28% di vittime).

 

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