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Cultura

Casino Royale, Bluebeaters, Africa Unite, Linea 77: torna la maratona-concerto degli Amici di Piero

Redazione Quotidiano Piemontese

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Di anno in anno la lista si allunga. Ci sono i nomi di sempre e ci sono le nuove leve, attirate nell’orbita grazie al passaparola o alle collaborazioni artistiche. Puntuale come ogni autunno, torna a Torino il concerto degli Amici di Piero, una lunga maratona musicale per ricordare Piero Maccarino, cantante e fonico torinese scomparso nel ’99.  Casino Royale, Bluebeaters, Africa Unite, Linea 77, Statuto, Fratelli di Soledad, El Tres e tanti altri: ecco gli artisti che lunedì 26 (dalle ore 19) si ritroveranno al Cacao di Torino (Viale Ceppi 6, parco del Valentino). Sul palco tanti flash di storia musicale torinese, dal rock al punk al reggae. E la serata sarà anche occasione per la solidarietà.

Da 13 anni gli Amici di Piero si danno appuntamento per fare musica, scatenarsi e ballare, ma anche riflettere. Il primo concerto è stato davanti a Giancarlo (storico locale dei Murazzi) nel ’99, pochi mesi dopo la dolorosa scomparsa di Maccarino, stroncato da un male incurabile. Da allora il concerto memorial è diventato un appuntamento fisso per la città. L’evento live ha anche l’obiettivo di aiutare due importanti associazioni: l’Ugi (Unione Genitori Italiani) che lavora alle Molinette con i bambini malati di leucemia, e la Fondazione Caterina Farassino, che opera a sostegno dei bambini in condizioni economiche difficili.

Molti dei partecipanti (sia sopra che sotto il palco) hanno conosciuto Piero Maccarino, un rude boy, avanguardista del punk italiano che impugnava il microfono come fosse una pistola urlando Torino è la mia città, un brano diventato quasi un simbolo. Oltre che come cantante, Piero ha lavorato come tecnico del suono, esperienza che gli ha permesso di entrare in contatto con alcuni nomi di punta del pop-rock italiano, da Bluvertigo ai Subsonica a Daniele Silvestri, che ricorda l’amico con queste parole: ” Era il nostro fantastico pluri-tatuato fonico torinese con cui proprio a Cuba, da compagni di stanza, nacquero stima e amicizia. Quasi sicuramente oggi sarebbe ancora il nostro fonico, invece in quei giorni cubani era già mortalmente colpito dal male bastardo che pochi mesi dopo ce lo ha portato via. Ci tengo a dire che ha scelto di lavorare con noi fino all’ultimo. O vittoria o muerte, pierì!”

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