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Primarie sì, primarie no: dopo le parole della Bragantini scoppia la bagarre in casa Pd

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Per descrivere la situazione del Pd basterebbe parafrasare Elio e le storie tese: “Primarie sì, primarie no, primarie bum”. La sortita (non fortunatissima) del segretario torinese Paola Bragantini riguardo allo strumento principe della democrazia in salsa ulivista – dovrà essere il partito a scegliere i prossimi candidati al parlamento – ha fatto infuriare in molti, a cominciare da uno degli ex sfidanti di Piero Fassino proprio alle primarie per scegliere il candidato sindaco, Davide Gariglio: “Sta succedendo qualcosa di veramente strano e preoccupante se un giovane segretario, eletto in modo unanime, simbolo del rinnovamento anche anagrafico, arriva a bocciare il metodo delle primarie”.

In effetti, l’uscita della Bragantini sembrerebbe cozzare contro l’opposizione che il suo stesso partito ha sempre fatto al cosiddetto “Porcellum”: “Le liste bloccate – ha continuato il consigliere regionale Gariglio – tolgono ai cittadini il diritto di scegliere concentrando ogni potere decisionale nelle segreterie e nelle segrete stanze in cui le varie correnti costruiscono i loro accordi. Pertanto invito il segretario ad aprire una discussione all’interno degli organi direttivi del Pd sul metodo migliore per selezionare i nostri parlamentari coerentemente con lo spirito che ha animato la racconta firme anti-legge Calderoli. Qualora ciò non dovesse accadere, potrebbe sorgere il dubbio che vi sia nel Pd torinese qualcuno che preferisce concentrare le scelte più importanti della vita del partito nelle mani di un qualche cenacolo”.

Ma il malumore democratico non si ferma alle parole di Gariglio. Anche gli onorevoli Antonio Boccuzzi e Stefano Esposito si sono sentiti in dovere di esternare la loro perplessità: “Ci lascia interdetti il fatto che su un tema così delicato, che è al centro dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, la percezione nostra e quella del segretario di Torino siano così differenti: non capiamo quale coerenza logica esista tra il sostegno al referendum anti-Porcellum e la scelta di costruire una lista di candidati non attraverso le primarie, ma ricorrendo ad altri metodi che finora il segretario non ha ritenuto di dover illustrare. Consigliamo alla Bragantini di ricorrere ad altri esempi a sostegno della sua legittima posizione anti-primarie e le rinnoviamo l’invito a illustrare con precisione quale metodo secondo lei dovrebbe essere adoperato dal Pd per comporre le eventuali liste bloccate in caso di voto anticipato”.

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