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Cota non va a Ballarò e vola da Bossi. Lega e Pdl trovano (forse) l’accordo sulle pensioni

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Avrà avuto un bel da fare il presidente Cota martedì sera, per dover annullare addirittura la presenza a Ballarò dove se la sarebbe vista con Fini e Vendola. Impegni di lavoro, certamente: il governatore leghista era infatti tra i pochi eletti presenti a palazzo Grazioli per mediare tra il Senatur e il Cavaliere su pensioni e missive da inviare all’Europa. Una rinuncia alla comparsata televisiva presa all’ultimo momento, almeno a leggere quello che scrive l’Indiscreto. Al di là delle bambine del ministro Rotondi, la presenza del politico novarese all’incontro che avrebbe potuto segnare la fine della legislatura targata Lega-Pdl era in realtà necessaria.

L’accordo raggiunto in serata tra Berlusconi e Bossi dice sostanzialmente che i trattamenti di anzianità non si toccano, al massimo la Lega permette al Cavaliere di presentarsi a Bruxelles con la promessa di innalzare gradualmente l’età pensionabile a 67 anni (l’orizzonte è il 2026).Va certamente considerato come oltre il 65% dei trattamenti di anzianità siano pagati a ex lavoratori di regioni del Nord, Piemonte in primis (dati Inps). Risulta dunque ovvio l’interesse “particolare” del Carroccio nella “questione pensioni” e l’irritazione di Bossi nei confronti di quelli che considera i diktat dell’Europa. Chissà se Cota avrà agito come mediatore o come braccio armato del Senatur, fatto sta che la sua presenza a Roma conferma il ruolo importante che il governatore piemontese riveste ancora nel “cerchio magico” bossiano. In un periodo di dissidi e fratture all’interno del gruppo dirigente del Carroccio, Cota ha deciso (finora) di rimanere saldamente al fianco dello storico leader leghista.

In compenso a Roma non si sono certo dimenticati dell’ex collega: il dipietrista Donadi, durante la turbolenta seduta di mercoledì alla Camera, lo ha infatti confuso con Marco Reguzzoni (anche lui leghista), facendo infuriare non poco il gruppo del Carroccio.

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