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Associazione Antigone: “Le prigioni sono luoghi malati”. I numeri dell’emergenza in Piemonte

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Agatino aveva 56 anni, era detenuto nel carcere di Livorno, era addetto alle pulizie. Il 27 ottobre, di pomeriggio, ha preso un lenzuolo, ne ha ricavato una corda e si è impiccato nella tromba delle scale di accesso alla sezione. Sarebbe uscito di prigione 48 ore dopo. Peccato che l’uomo, di origini catanesi, abbia preferito rimanere lì, appeso alla corda, piuttosto che affrontare la tanto agognata “libertà”. Le prigioni sono luoghi “malati”, dice l’VIII rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione stilato dall’associazione Antigone e presentato il 28 ottobre a Roma, e la storia di Livorno parla chiaro: dall’inizio dell’anno alla data del 25 ottobre 2011, si registrano 154 morti in carcere di cui 53 per suicidio. In carcere si suicida circa un detenuto ogni mille. Fuori dal carcere circa una persona ogni ventimila. Anche gli istituti piemontesi – purtroppo – seguono il triste andamento nazionale.

SOVRAFFOLLAMENTO. Il record spetta a Lamezia Terme, in Calabria: 30 posti, 91 detenuti, indice di affollamento al 303%. Seguono Brescia (258%) e Busto Arsizio (253%). In Piemonte ci sono 13 istituti per 3628 posti disponibili: il problema è che i detenuti rinchiusi nelle nostre prigioni sono in totale 5182 (143%) di cui – dato da non sottovalutare – 2610 stranieri. Verbania, ad esempio, risulta tra gli istituti più sovraffollati d’Italia: 54 posti per 104 detenuti (193%). La regione con il più alto indice resta la Puglia, con un indice del 183%.

VIOLENZE. Ad Asti – secondo quanto riporta il rapporto di Antigone – cinque agenti di polizia penitenziaria sono finiti quest’anno sotto processo perché “in concorso tra loro e abusando dei poteri inerenti la loro funzione hanno maltrattato due detenuti sottoponendoli – parole testuali del pm – ‘a un tormentoso e vessatorio regime di vita all’interno del carcere’”. L’inizio dei fatti risale al dicembre 2004 quando il detenuto R. sarebbe stato spogliato completamente, messo in cella di isolamento, priva di vetri alle finestre, di materasso, di lavandino, sedie e di sgabelli, e lasciato così per due mesi. Per due giorni sarebbe stato lasciato completamente nudo. “A seguire – secondo la ricostruzione giudiziaria – sarebbe stato picchiato ripetutamente, anche più volte al giorno, con calci e pugni su tutto il corpo”.

IL PIANO CARCERI. Il 29 giugno 2010 è stato approvato il piano carceri presentato dal Commissario straordinario all’edilizia penitenziaria, Franco Ionta, che prevede la realizzazione di 9.150 posti (realizzazione di 11 nuovi istituti e 20 padiglioni detentivi in ampliamento delle strutture esistenti), per un importo totale di euro 661.000.000. Il tutto da realizzarsi entro la fine del 2012. Sempre in questi giorni la stima dei detenuti in sovrannumero, rispetto alla capienza regolamentare, ammonterebbe a 21.611.

LE CARCERI FANTASMA. Ovvero tutti quegli istituti penitenziari che negli ultimi venti anni e più (circa 40) sono stati costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e vigilati, che però sono inutilizzati o sotto utilizzati o anche in totale d’abbandono. “Anziché varare un nuovo piano carceri – si legge nel rapporto di Antigone – non poteva essere più utile e meno costoso, a seconda dei casi, ultimare, mandare a pieno regime questi istituti o adattarli alle nuove necessità?” Ve ne sono anche in Piemonte, di carceri fantasma: ad esempio a Pinerolo, dove l’istituto è stato chiuso oltre dieci anni fa senza che sia stata individuata l’area dove costruirne uno nuovo.

LE MISURE ALTERNATIVE. Non tutti i tribunali di sorveglianza si comportano allo stesso modo nella concessione delle misure alternative alla detenzione. Ad esempio, in materia di affidamento in prova ai servizi sociali, i dati mostrano una forbice assai ampia nelle percentuali di accoglimento che va dal tasso minimo del 11,58% di Napoli a quello più elevato di Milano con il 39,43% di istanze accolte. All’interno di tale forbice si segnala, fra i tribunali con i meno elevati indici di accoglimento, Torino, con il 14,43%.

LE DENUNCE DEI DETENUTI. Spesso sono gli stessi detenuti a denunciare all’autorità giudiziaria le condizioni disastrose delle carceri italiana. Ad Asti, ad esempio, hanno fatto ricorso in 20, denunciando “celle singole misuranti 4,46 m x 2,43 m in cui vivono due detenuti, finestre munite di doppie grate apribili soltanto in parte, bagno privo di acqua calda e di finestra, 20 ore al giorno trascorse in cella”.

NEL RESTO D’EUROPA. Oggi l’Italia, con i suoi 67.428 detenuti stipati in 45.817 posti, presenta un tasso di sovraffollamento di 147,1 detenuti ogni 100 posti. Al 1 settembre 2009, data dell’ultima rilevazione, il tasso di sovraffollamento in Italia era analogo (148,2%) e rappresentava un record assoluto in Europa, superato solo dalla Serbia (157,9%). In Francia il tasso era del 123,3%, in Germania del 92%, in Spagna 141%, nel Regno Unito del 98,6%, mentre la media europea era del 98,4%.

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