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Riprendiamoci la Rai a Torino il 12 dicembre

Redazione Quotidiano Piemontese

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Riprendiamoci la RAI arriva a Torino. Lunedì 12 dicembre, alle 21, nell’Aula Magna del Politecnico uomini e donne dello spettacolo, della cultura e dello sport interverranno a sostegno di un servizio pubblico radiotelevisivo veramente al fianco dei cittadini. Tra le presenze confermate alla manifestazione con interventi dal vivo o registrati, i professori dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai, Antonio Albanese, Gianni Amelio, Ermanno Anfossi, Marco Carena, Alessandra Comazzi, Sergio Cusani, Steve Della Casa, Luciana Littizzetto, Luca Mercalli, Gianpaolo Ormezzano, Giovanni Sollima, Younis Tawfik, Carlo Verna, Gustavo Zagrebelski e molti altri ancora che si aggiungeranno nelle prossime ore. La serata è aperta a tutti i cittadini.

“La Rai è un bene comune e come l’acqua deve essere di tutti”, è stato ribadito nella conferenza stampa nella quale è stata presentata l’iniziativa. In un momento particolare per il Paese è importante che l’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo venga liberata dal controllo diretto dei partiti, valorizzando le professionalità che vi sono al suo interno. Sono gli stessi contenuti dell’appello già sottoscritto da centinaia di cittadini sul sito.

La manifestazione di lunedì sarà anche l’occasione per sottolineare l’importanza che gli insediamenti Rai hanno per la città di Torino e per spiegare le difficoltà che ancora persistono nella ricezione del segnale digitale. Seicentomila piemontesi non ricevono correttamente i canali per un problema di attribuzione delle frequenze, risolvibile solo da un intervento del Ministero per le Comunicazioni.

Il Manifesto di riprendiamoci la Rai

“L’informazione è come l’acqua, deve essere di tutti”

Vogliamo un servizio pubblico radiotelevisivo che:

– garantisca il diritto fondamentale all’informazione e alla cultura, che persegua gli interessi dell’intera collettività, e non quelli di una parte;

– parli di un’Italia vera, fatta di uomini e donne che ogni giorno si impegnano nella famiglia, nel lavoro, nella scuola; che racconti i fatti senza enfatizzarli e non dia spazio alla morbosità di chi sta seduto a guardare;

– creda nell’intelligenza del pubblico, nella sua capacità di riconoscere e premiare sempre la qualità di ciò che viene offerto;

– abbia lo sguardo aperto sul mondo e una conoscenza approfondita dell’Italia delle regioni e delle città; che sappia cogliere e interpretare i segnali del cambiamento e farsi carico dei problemi della convivenza e dell’integrazione;

– dia strumenti per comprendere e non abbia mai paura di mettere a confronto idee e valori; che favorisca il dialogo tra le generazioni;

– sia fondato su una legge che nella scelta dei vertici dell’azienda dia più spazio alla società civile e impedisca le spartizioni dei partiti;

– abbia giornalisti, autori, programmisti “con la schiena dritta”, che raccontino i fatti con parole proprie, mai sotto dettatura di altri, consapevoli di dover rendere conto a tutti, oltre che alla propria coscienza;

– sappia sviluppare modelli editoriali originali e propri, senza inseguire le logiche della tv commerciale;sia laboratorio di sperimentazione e di innovazione nelle nuove e diverse forme di comunicazione.

Un servizio pubblico gestito senza sprechi, che possa contare su risorse certe e adeguate ai compiti che deve assolvere.

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