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Cultura

Un tango al museo: anche così si può fare resistenza

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il tango è un impasto di esperienze, sensazioni e stili di vita, tutti mescolati da quel “grande frullatore” che è la storia dell’Argentina, un Paese con la multietnia nel dna. Al suo interno convivono elementi cristiani, giudaici e islamici e il suo linguaggio è capace di conservare la memoria del passato, ma anche di accogliere le novità. Ecco perché il tango, che da due anni è patrimonio dell’Unesco, può essere un ottimo strumento per dar voce alla resistenza e stimolare un dibattito pubblico. In questo caso si tratta di una resistenza particolare, quella di un’istituzione minacciata dai tagli alla cultura. Appuntamento giovedì 22 al Museo della Resistenza (corso Valdocco 4/a) dalle 19 alle 21. Ingresso gratuito.

Da diversi mesi il Museo diffuso della Resistenza vive in bilico e rischia di chiudere. Di questa situazione Quotidiano Piemontese si è occupato più volte, anche di recente. Ma dirigenti e amici dell’istituzione di corso Valdocco non si danno per vinti e cercano nell’arte un’alleata preziosa. La serata si intitola Un tango per la resistenza ed è organizzata dall’Arci Torino (particolarmente sensibile al tema), in collaborazione con Museo Diffuso e Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani): si tratta di un happening a metà tra ballo e teatro-danza, realizzato dal gruppo Etnotango e condotto da Monica Mantelli. Quanto alla musica, si spazia dal tango tradizionale a quello con influenze Yiddish, senza trascurare le esperienze contemporanee. Naturalmente durante la serata sarà anche possibile visitare le collezioni permanenti del museo. Inoltre ci sarà un aperitivo-cena con drink offerto dall’Arci.

L’evento rientra nel programma Insieme per la memoria, che offre fino all’8 gennaio un calendario di mostre, spettacoli e proiezioni, sempre a sostegno del museo. Info http://www.museodiffusotorino.it/  

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