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Borse di studio Edisu: più meritocrazia o solo tagli?

Redazione Quotidiano Piemontese

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Da quando l’economista Roger Abravanel l’ha sdoganata al grande pubblico, tiene banco in tutti i settori imponendosi come un prêt-à-porter. Meritocrazia: ecco una parola inflazionata quanto pericolosa. Perché a parlarne si fa presto, ma poi applicarla sul serio è tutta un’altra storia. L’ultima partita che la riguarda vede schierati in campo il mondo universitario piemontese e la Regione. Oggetto del contendere: le borse di studio Edisu. C’è chi le vorrebbe più meritocratiche e chi replica dicendo che meritocratiche lo sono già.

Per inquadrare la questione bisogna fare un passo indietro e tornare a lunedì scorso, quando è stato inaugurato il nuovo anno accademico. Cerimonia già di suo tesa, con due ministri contestati da studenti e precari, ma resa ancor più anomala dall’assenza di Roberto Cota e del suo entourage. Il Governatore ha snobbato l’inaugurazione in aperta polemica con l’Università, in particolare col rettore dell’ateneo torinese Ezio Pelizzetti che nella sua prolusione ha stigmatizzato i tagli all’Edisu, l’ente da cui dipendono le borse di studio per gli studenti. Ora, a distanza di meno di una settimana, pare che le acque si siano un po’ calmate. Prorettori ed esponenti del mondo accademico hanno incontrato l’assessore regionale Elena Maccanti, che ha parlato di “clima costruttivo”. Dunque l’accordo sembra vicino, ma si continua a trattare su alcuni punti.

Dalla Regione chiedono che i criteri di selezione degli studenti siano maggiormente fondati sul merito, perché “è impensabile che chi prende 18 abbia la borsa come chi ha tutti 30”. Osservazione sacrosanta, in linea col tanto vagheggiato clima di sobrietà e austerity. Non fosse che in realtà gli attuali bandi Edisu già contengono dei criteri meritocratici. Per gli studenti neoiscritti fa sbarramento esclusivamente il reddito,  ma i borsisti sono obbligati a raggiungere entro il primo anno almeno 20 crediti formativi, pena la restituzione integrale del contributo economico. Dal secondo anno in poi la borsa è confermata solo a chi ha la media del 25 e per stilare le graduatorie si tiene conto dei crediti raggiunti e dei voti di ciascun esame. Un meccanismo che naturalmente si può perfezionare, ma bisogna dire che già attualmente le borse sono date con oculatezza e il sistema è ben lontano da quel dissennato “spendi e spandi” che alcuni paventano. Tanto più che, secondo una statistica del Politecnico di Torino ripresa da Repubblica, gli studenti borsisti sono in media più meritevoli degli altri. E in ogni caso – fanno notare i diretti interessatii – non è accettabile un taglio delle borse Edisu del 70%.   

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