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Piccola vittoria per i dissidenti Pdl: dalla Regione via libera all’aiuto economico antiaborto

Redazione Quotidiano Piemontese

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Nasce il fondo economico per le donne che non interrompono la gravidanza. La commissione bilancio della Regione, accogliendo un emendamento presentato dai ribelli del Pdl che fanno parte della componente Progett’Azione, ha dato il via libera alla creazione  di un fondo per il sostegno alle donne che rinunciano all’interruzione di gravidanza causata da motivi economici. Il fondo verrà erogato sotto forma di contributo mensile, probabilmente 250 euro al mese,  per un totale di 18 mesi, compresi tra il periodo pre e post parto, alle future mamme che una volta scelto di rinunciare all’interruzione di gravidanza concordano con il consultorio un progetto personalizzato che tenga conto dei bisogni effettivi, contingenti e futuri, della donna e del bambino.

Il modello di attuazione ipotizzato è quello lombardo: la futura mamma, una volta scelto di portare alla termine la gravidanza con la nascita del neonato, viene seguita al consultorio per un aiuto personalizzato. Le  beneficiarie ricevono una carta prepagata sulla quale ogni mese viene caricato il contributo regionale, previo controllo da parte della Regione sul corretto utilizzo di questa. In caso di mancato rispetto o di risoluzione delle  cause che hanno determinato la possibilità di contributo l’erogazione viene sospesa. L’emendamento, a firma Gian Luca Vignale, è stato approvato con i soli voti Pdl: per Lega e centrosinistra a decidere dovrà essere l’intero Consiglio.

Si tratta di un intervento concreto a favore della difesa della vita – ha dichiarato dopo il voto Rosanna Valle, astigiana e consigliere regionale del Pdl che ha sottoscritto l’emendamento – in quanto, secondo le relazioni ministeriali, il Piemonte è la terza regione in Italia con il più alto tasso di abortività  (9,8) e nel 2010 ha registrato  9610 interruzioni di gravidanza volontarie. Il fine dell’emendamento è rimuovere ogni ostacolo economico alla vita, dando  un’opportunità a chi crede di non averne”.

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