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Biella vs Vercelli. E’ scontro sulla riforma sanitaria

Redazione Quotidiano Piemontese

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La rivalità è vecchia quanto le due città. Ora ci voleva il piano sanitario targato Cota per rianimare l’antica ruggine fra Biella e Vercelli. Tutta questione di ospedali e di prestigio: i lanieri si sono infuriati nell’apprendere che la Regione voleva promuovere in serie A il Sant’Andrea, lasciando in B il loro futuro superospedale. Così hanno trascinato a Biella l’assessore Paolo Monferino per chiarire le ragioni dello sgarbo. E capire se il marchio Hub concesso a Vercelli fosse questione politica o sanitaria mettendo sul tavolo numeri, risultati e cifre pro e contro.

Soprattutto contro: secondo i biellesi a Vercelli mancano le specialità e i reparti. Senza contare la produzione: se in termini di ricoveri il Sant’Andrea vale 39 milioni di euro, il Degli Infermi supera i 58 milioni. Idem l’attività ambulatoriale, dove il gap è di 14 milioni (18 contro 32).

Insomma, nel quadrante con Novara capofila e Vco come fanalino di coda, se Biella deve essere cardine allora deve esserlo anche Vercelli. Monferino ha fatto marcia indietro e parificato le due province. Ma questa volta a arrabbiarsi sono stati i vercellesi. Che ora tornano a fare pressione sull’assessore per recuperare il prestigio guadagnato e perduto nel volger di due giorni. È stato il capogruppo del Pdl in Regione, il vercellese Luca Pedrale, a rilanciare la polemica in piena seduta a palazzo Lascaris. Pretendendo chiarezza dal responsabile della sanità, al quale ha chiesto di “sapere con precisione quale sarà il futuro dell’ospedale di Vercelli e che fine hanno fatto le ipotesi di un miglioramento avanzate in un primo tempo e condivise dalla maggioranza di centrodestra”.

La maggioranza regionale a trazione leghista ha ricominciato a discutere: tornare alla prima ipotesi con una nuova giravolta e scontentare i biellesi o lasciare tutto com’è trovando la quadra al proprio interno?

Sulla sanità l’amministrazione Cota si sta giocando la faccia e il futuro. Tanto che ora è lo stesso governatore a invocare rapidità per approvare il piano di riforma entro la fine di marzo. E le polemiche? Cota è stato chiaro: o la politica smette di litigare (Biella e Vercelli comprese) o lui è pronto a staccare la spina. Naturalmente è solo una minaccia. Ma sempre più l’impegno per ricostruire la sanità sembra somigliare a una vera malattia.

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